L'onorevole Picerino |
di Daniele Palazzo
“Doveva costituire un luogo simbolo di rinascita e riscatto civile. Invece, nonostante la massiccia presenza di forze di polizia in tutto il circondario, non è adeguatamente tutelato da gesti vigliacchi, squallidi ed insensati di vandali e teppisti senza scrupoli”. Così l’Onorevole Pina Picierno, che, in questi giorni, si è resa protagonista della presentazione di una interrogazione parlamentare in merito, all’indomani della devastazione notturna(avvenne il 25 novembre scorso),ad opera di ancora sconosciuti delinquenti, del Parco Diana, di Casal di Principe. La Deputata del Pd casertano, di estrazione teanese, si è rivolta all’attuale Ministro degli I’nterni, Anna Maria Cancellieri, chiedendole lumi sull’accaduto e di essere informata su come sia potuta accadere una cosa del genere. Da quanto evinciamo da una nota fatta circolare dalla stessa esponente del partito di Bersani, “lo Stato ha il dovere di sostenere le associazioni che si sono impegnate nella ripulitura e riparazione del Parco stesso, garantendo un rapido intervento di ripristino e, soprattutto, un’efficace azione preventiva che metta al sicuro un bene così importante per tutti i cittadini casalesi, ottenuto dopo anni di battaglie e impegno civico”. L’interrogante ha ragione da vendere. Quello che è successo, quasi due settimane fa, a Casal di Principe costituisce un fatto gravissimo. Si è voluto colpire, infatti, una struttura che, dedicata alla memoria del grande Don Peppino Diana, ucciso da mano camorrista il 19 marzo del 1994 mentre, all’interno della sagrestia della Chiesa parrocchiale di San Nicola, indossava i paramenti sacri per celebrare la Santa Messa , è e vuole essere come una sorta di cazzotto alla bocca dello stomaco per quanti ancora credono e pensano che la violenza e la sopraffazione siano le vie per appianare le controversie umane, e, nel contempo, per riscattarsi dal giogo della vita. Pensate un po’, gli improbabili eroi cha hanno distrutto il Parco casalese si sono pure incaricati di imbrattare le mura perimetrali del manufatto preso di mira, sfregandole con disegni orrendi, tra cui due fucili tipo kalashnicov. Il che è tutto dire.
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