martedì 29 novembre 2011

Immacolata Concezione. Festa paganamente non rispettata.

                        di Pasquale Leggiero.
Tante volte si parla della festa dell’Immacolata Concezione, questa solennità che avviene l’otto dicembre. Questo dogma proclamato dalla chiesa cattolica, ma per evitare di sbagliare qualcosa, nel nostro racconto, non parleremo di questo ma dell’Immacolata sotto un altro aspetto. Nella giornata dell’otto dicembre festeggiamo Maria SS pura cioè senza macchia né ruga, tale ella rimane sempre. Per molti celebrare l’Immacolata vuol dire festeggiare la Madonna che ancora non è Madre, infatti, la statua dell’Immacolata, non porta con sé il Bambinello. Fino ad alcuni anni fa la festa dell’Immacolata era attesa sia per festeggiarla sia per prepararci al Natale, infatti, nella giornata dell’otto dicembre si preparava l’albero di Natale o il presepe, anche nei negozi da quel giorno si trovavano prodotti natalizi, (panettoni, spumanti, mostaccioli, roccocò, eccetera) non vogliamo dire gli addobbi perché non ricordiamo al momento di scrivere, fatto sta che per addobbare le case si attendeva l’otto dicembre. L’attesa per decorare casa diventava anche più bella e forse, diciamo forse, vi era anche più fede. Che cosa accade oggi? Prodotti natalizi e addobbi li troviamo nei negozi già a ottobre, per l’ornamento delle proprie case non si attende più il giorno dell’Immacolata ma si parte prima, quasi come si volesse fare una gara a chi addobba non solo più bello, ma anche più veloce e cosi, paganamente intendiamo, si perde la gioia di attendere il giorno dell’Immacolata Concezione. Anche nelle case ogni dolci si preparava a suo tempo, oggi invece qualsiasi cosa si prepara 365 giorni l’anno. Speriamo solo che l’Immacolata e qualsiasi festa rimanga almeno nel cuore religiosamente.           


Pesco Pagano. Sfamiamo i cani di Sica, pensando ai nostri.

Località Pesco Pagano (Caserta) :I cani di Pasqualina  Sica non hanno più nulla da mangiare….servono sostegno e solidarietà
Questa è la solita storia di una donna lasciata sola per troppo tempo nella sua coraggiosa  per salvare dei cani che nessuno vuole, che nessuno ama, che nessuno rispetta!
Poche le persone disposte ad aiutarla, pochissimi i sostegni economici, solo il disinteresse totale delle istituzioni che invece dovevano provvedere a quelle povere creature.
Lei li ha accolti nella sua casa, amati e curati ma le sue risorse economiche ormai sono finite  e anche la sua forza fisica se ne sta andando, resta solo l’amore  per i suoi 120 cani. Ma i cani ora non hanno più nulla da mangiare, nemmeno più un centesimo per una crocchetta! Pasqualina per loro si è ipotecata tutto!
Tu che ami i cani, guarda il tuo cane….Magari dorme felice sulla poltrona al tuo fianco, e’ sano, curato, amato da te che sei il suo grande e unico  amico e lo hai  salvato da una vita di stenti e solitudine  accogliendolo nella tua casa.
Anche Pasqualina  voleva questo per loro! Sognava la felicita’ dei cani che ha salvato. Quello che le resta purtroppo e’ il dolore di  non poterli  più nutrire e curare.
Siamo in tanti, tra poco è Natale, regaliamo a queste creature una piccola  ciotola di crocchette o una cuccia calda…se ognuno di noi dona qualcosa possiamo aiutare Pasqualina  a salvare quelle povere creature che ha accolto! Forse e’ poco…ma per Pasqualina  e’ tantissimo!
Postpay  numero 4023600607157171 Intestato a Pasqualina Sica
Per informazioni  e comunicazioni di avvenuto versamento Pasqualina Sica : 340/7742474
(tratto da: la voce del Volturno)


venerdì 25 novembre 2011

Cancello Arnone. Le processioni vanno accorciate?

            di Pasquale Leggiero.
Oggi, ancora una volta, forse per l’ultima, trattiamo l’argomento feste in paese e precisamente le processioni, potremmo parlare di questa o di quella processione ma esse, tranne quelle dedicate a Gesù, per noi sono tutte uguali. Perché trattiamo le processioni? Perché esse ci sono state tramandate da anni e anni e in questi cortei religiosi, ci è stato insegnato che si prega, non altro. Purtroppo, però, ci sono persone che fanno tutt’altro che pregare, magari le si può giustificare che la processione dura troppo e la cosa diventa normale. Riflettiamo insieme: quanto dura una processione a Cancello Arnone? Circa tre ore, per alcune persone questa cerimonia religiosa dovrebbe durare al massimo due ore e terminare. Domandiamo: in quei luoghi ove queste file ecclesiali durano mezze giornate, significa che la gente non ha fede? Si dice che se una processione non entra in qualche strada non fa niente, poiché chi entra, è la statua e i Santi sono al di sopra la scultura, questo sicuramente. Ma prendiamo per esempio, il busto di Maria SS, per anni e anni ci è stato detto che attraverso la statua noi guardiamo Maria e attraverso lei che molti si convertono. Ora domandiamo: se tale immagine non passa nelle strade come facciamo a guardare, nostra Madre, attraverso la sua immagine e convertirci? Specie per chi ha solo quell’occasione, perché magari non va mai a messa? Ci sono persone che vogliono accorciare le processioni e persone che non vogliono, la nostra preghiera è che chi ha torto si convinca del contrario.

        

Cancello Arnone. Feste in paese e la pubblicazione dei loro bilanci.


Cancello Arnone
                     di Pasquale Leggiero.
Nello scorso articolo avevamo detto che saremmo ritornati sull’argomento feste, in realtà questo è l’argomento che riguarda tutte le feste, che si svolgono in Cancello Arnone, e che i vari comitati girano tra la gente. Com’è noto, fino ad oggi, nessun comitato ha mai reso pubblico il bilancio della festa, tranne se qualcuno non è andato a chiederglielo, e di questo ringraziamo vivamente i vari comitati.  Nella vicina Santa Maria La Fossa il bilancio di feste è pubblicato attraverso volantini che si consegnano porta a porta. Pochi mesi fa ci fu spiegato che la pubblicazione dei bilanci delle varie feste costerebbe ulteriori spesi ai comitati e quindi sappiamo di quanto loro e la popolazione facciano sacrifici per l’organizzazione di una festa. In paese però ci sono coloro i quali desiderano la pubblicazione di questi bilanci, qualcuno ci ripeterà che questi discorsi non sono nuovi e sono quelli fatti da vecchietti innanzi a qualche bar alcuni anni fa. Noi non dobbiamo guardare chi e dove fanno i discorsi ma l’argomento che si tratta, tornando alle spese dei vari comitati per la pubblicazione dei loro bilanci, una cosa va detta: di questi comitati fanno parte persone intelligenti, anzi intelligentissimi, e sicuramente sapranno il modo di pubblicare il bilancio di una festa senza ulteriori spese, ci sono modi & modi. Per il momento terminiamo qui, ma ritorneremo sull’argomento feste e questa volta saranno quelle religiose.                         

giovedì 24 novembre 2011

Cancello Arnone. Belli: mi date una risposta?


Don Sabatino con il nostro vescovo, il parroco è a mezze maniche.

Scrivo a questo sito per avere, possibilmente, una risposta. Don Sabatino disse che vi era una riunione per la formazione del comitato festa in onore di Maria SS Delle Grazie, ma non ricordo quando. Sarei molto felice se qualcuno mi dà una risposta. Grazie. Antonio Belli.


Risposta:
Caro signor Belli,
neanche a farlo apposta io e don Sabatino ci siamo incontrati e gli ho chiesto la cosa, egli mi ha precisato che non si tratta di una riunione, ma che il tutto sono iscrizioni al comitato e che si ha tempo fino a venerdì alle ore 17.00 per poterle fare.

Cancello Arnone. Il comitato festa in onore di Maria SS delle Grazie si rinnova?

                      di Pasquale Leggiero.
Come abbiamo potuto apprendere dal signor Belli e dal parroco, Don Sabatino Sciorio, sono aperte le iscrizioni per far parte del comitato festa in onore di Maria SS delle Grazie, la quale festa si svolge il due luglio e settembre, rispettando i giorni di: venerdì, sabato, domenica e lunedì e cercando le date tra la prima e la seconda settimana di settembre. Le due feste vanno avanti, stando a quando raccontato, dal 1800 (non ricordiamo il dispari del 1800) e nel corso degli anni sono mutati i programmi e i comitati. A settembre le prime comunioni erano il sabato della festa e le cresime il lunedì della festa. Col tempo si sono avute le prime comunioni la domenica prima della festa e le cresime il sabato della festa. Di settembre non solo è cambiato, nel corso degli anni, il programma ma anche il modo di raccolta fondi. Dai nostri antenati c’è raccontato che prima si girava tra la gente e ognuno offriva un prodotto agricolo o un animale da poi vendere e ricavarne contanti, poi magari avveniva anche la raccolta in contanti. Del due luglio ricordiamo i salvadanai presso le attività commerciali, col tempo non si sono più visti. Col passar degli anni tutto, o quasi, è mutato. Oggi parliamo e proferiremo sempre di new entry del comitato, da chiunque sia formato il nuovo comitato facciamo gli auguri di un proficuo lavoro e che le due feste possano sempre migliorare. I membri del comitato però devono riflettere che in un momento di crisi economica non c’è solo la raccolta porta a porta di contanti la quale va effettuata due o tre mesi prima, ma potrebbero esserci altri modi. Dal 1977/78 e fino al 1997 vi era la sagra della mozzarella il quale ricavato era per la festa di settembre. Nella scorsa edizione, per la prima volta, abbiamo avuto l’evento di una sera insieme, il nostro augurio e che possa continuare e migliorare. In paese vi è chi afferma che nuove proposte da far valutare a comitati o altro vanno portate all’attenzione di quest’ultimi e nelle loro sedi. Domandiamo: a volte avanziamo proposte alla classe dirigente, cosa facciamo ci andiamo a candidare per avere un ruolo politico e istituzionale? Noi non pensiamo, allora domandiamo: perché per i comitati dev’essere diversamente? Allora rinnovando i migliori auguri a chi sarà il comitato, diciamo anche che va riflettuto sul modo di raccolta fondi e possibilmente farlo per tutto l’anno, vuoi che sia il passaggio di vari membri di una volta a settimana, vuoi che sia l’istituzione di feste o lotterie, insomma qualunque cosa per far si che le offerte non siano un sacrificio sul bilancio delle famiglie. Il nostro augurio è quello che non vi siano tagli da fare ai festeggiamenti. Per ora è tutto ma ritorneremo su l’argomento per scrivere su altri punti di vista.

martedì 22 novembre 2011

Cancello ed Arnone-Il gruppo S.Pio al XI Premio Internazionale Padre Pio da Pietrelcina che si svolgerà a Casapulla. Andrà in onda su SKY 888, Rai e altre emittenti.

 




di Mattia Branco
Nel programma annuale del Gruppo di  Preghiera S.PIO “S.Roberto Bellarmino” di Cancello ed Arnone, dopo un bellissimo ritiro spirituale di due giorni a S.Giovanni Rotondo ed altre iniziative di fede verso il Signore Gesù, si accinge a partecipare alla grande manifestazione del XI Premio Internazionale Padre Pio da Pietrelcina che si terrà nel tempio di S.Luca Evangelista di Casapulla.
Il Comitato organizzatore con Presidente Don Filippo Melone e Segretario Dott. Gianni Mozzillo, direttore della rivista”P.Pio ed il Mondo Contemporaneo” in collaborazione con la Parrocchia di S.Luca Evangelista di cui è parroco lo stesso  Don Filippo Melone, organizza la XI Edizione del Premio Padre Pio, che avrà a luogo Mercoledì 23 Novembre 2011 alle ore 18.00 nel tempio di San Luca Evangelista, in via Naz. Appia Casapulla. Saranno premiati personaggi del mondo dello spettacolo di fama nazionale come Anna Tatangelo, Manuela Villa, Paolo Meneguzzi, Rodolfo Laganà…dello sport Aldo Biscardi; della cultura Marilù Simoneschi, Maria Rita Parsi, Alessando Meluzzi…… Certamente come ogni anno, saranno presenti personalità istituzionali e religiose che riceveranno una Benedizione ed una litografia di Padre Pio. Questo il Programma: Mercoledì 23 Novembre 2011 ore 18.00 raduno nel tempio e letture in onore di San Pio.Ore 18.30 presentazione e conferimento del premio con i giornalisti RAI Massimo Proietto ed Ingrid Muccitelli. Madrina Claudia Koll. L’invito è per tutti gli amici di Padre Pio.

Cacello Arnone. Da Mattia Branco , riceviamo e pubblichiamo le riflessioni di G.E.

Generazione Fantasma
Credo che la forma di umiliazione più grande per una persona sia il
divenire l’imitazione di altri individui, tanto più individui che non
assurgono ad esempi da ricordare.
Posso concepire l’ idea di un bambino che imita il suo idolo calciatore, ne
copia le movenze, le gesta, ma davvero stento a digerire lo storpiamento
del proprio accento, del proprio dialetto, in favore di un altro usato con
l’intento di intimorire, prevaricare.
Quanta tristezza può nascere da un pensiero così e quanto maggiormente può
crescere questa tristezza se quel pensiero è veritiero !
Non è solo una questione di ignoranza, anche se ultimamente dalle nostre
parti abbonda, è soprattutto un problema di crescita mentale. Una crescita
che fatico a trovare in questa nuova generazione.
La ricerca continua di modelli completamente sbagliati da adulare è
divenuta purtroppo una forma di riconoscimento di molti, forse troppi,
giovanotti “paesani”.
Tutto questo però, non deve indurre a comparazioni con la nostra “vecchia
dirigenza”, ossia i nostri genitori.
Il confronto a mio avviso è ingiusto, in quanto emerge una superiorità
netta, schiacciante, in favore dei nostri vecchi. Davvero non trovo
termini di paragone, eppure trent’anni dopo, con l’avvento del benessere,
della tecnologia, dello sviluppo (rapportati ai loro tempi sia chiaro) è
inverosimile.
Forgiati dalla fame, (quando l’hai vissuta te la porti dentro per tutta la
vita ) hanno reagito con tenacia, con forza, un giorno alla volta, giorno
dopo giorno e cosa fondamentale non hanno mollato mai.
Oggi il discorso cambia radicalmente. Oggi il credo che va per la maggiore
è l’avere tutto e subito, possibilmente diventando ricchi, indossando
abiti firmati, guidando bellissime macchine e cosa da non sottovalutare e
di primaria importanza il tutto in assenza di sacrificio.
Senza nemmeno rendermene conto ho risposto in parte al perché è moda il
dialetto altrui !
Dove trova vita questa emulazione ostentata con tanta caparbietà? Nell’
educazione? Nel quotidiano?
Effettivamente una critica ad alcuni genitori sull’educazione complessiva
di alcuni soggetti che fortunatamente non rappresentano il ragazzo/a medio
del nostro paese la possiamo buttar giù liberamente e senza troppi patemi
d’animo, come questa stessa critica la si può rivolgere verso un
quotidiano che sempre più veste i panni della monotonia, della banalità e
via discorrendo ma saremmo ipocriti nel soffermarci solo su questi punti
in quanto a mio avviso non rispecchiano la totalità del problema che
stiamo analizzando.
Credo sinceramente che il punto fondamentale del discorso invece, sia la
completa assenza di personalità che fa da padrona nella stragrande
maggioranza dei ragazzi (per fortuna non tutti) e che purtroppo quasi
sempre ad essa vi si aggiunge l’immancabile senso di abbandono,
sconcertamento, trascuratezza verso l’ adempimento dei proprio doveri.
Quel che mi preme chiedere però, tralasciando l’imposizione delle regole a
cui ognuno è libero di sottostare o meno in quanto poi sfociamo nella
responsabilità personale del singolo, è questo:
Siamo o no stanchi di un paese dove si litiga quasi tutte le sere e per
motivi futili peraltro?
Non siamo stufi di restare fermi innanzi alla nostra stessa disfatta? Il
nostro stesso fallimento?
Perché è di disfatta interiore che dobbiamo parlare se a soli vent’anni hai
posto limiti alle tue capacità, accontentandoti di ciò che altri ti hanno
offerto e non di quello che in realtà vorresti fare.
E’ triste questa generazione e non se ne rende nemmeno conto, presi da un
bicchiere di alcool (non uno solo e non solo quello) che nasconde la
realtà la sera o da un paio di scarpe dal valore equivalente a cinque
giornate di lavoro e che per certi versi ti fa sentire migliore.
Allora mi chiedo, guardando più in là nel tempo, tra dieci anni di tutto
questo cosa ricorderemo?
Questa domanda mi riporta alla memoria il pensiero Di Hector Hugh Munro
(Saki): "I giovani hanno aspirazioni che non si realizzano mai, i
vecchi hanno ricordi di quello che non è mai successo." Una sorta di
incitamento ad inseguire ciò che si vuole fin quando si è in tempo per
evitare di avere rimpianti in futuro.
Ma sono interrogativi senza risposta i giovani di Cancello ed Arnone (non
tutti è quel che si spera), comparse di film in cui il finale è scontato e
mai sorprendente. l’ abdicazione di persone che da motore portante quali
dovrebbero essere della nostra società, a peso (e che peso! ) sempre più
pressante. Un pensiero avaro, che nessuno vorrebbe fare, ma che l’onesta
intellettuale e l’obiettività dei fatti ci impone, altrimenti possiamo
continuare a vivere nel nostro guscio, giustificare con la spensieratezza
indotta dall’età e ripeterci ancora una volta “andrà tutto bene sò
ragazzi!”.
Certe sere Via Settembrini sembra il Carnevale di Rio De Janeiro, solo più
monotono poiché tutti adottano lo stesso travestimento, la stessa maschera
ossia pecore travestite da lupi, che camminano in branco e nemmeno fianco
a fianco ma per gerarchie.
Dov’è la nostra forza? Dove sono finiti i nostri sogni? Forse ci si stanca
ad inseguirli con lo sguardo anche da lontano!
In tutta onestà spero che il mio possa essere solo un impeto pessimistico
che attraversa la mente e che la realtà mi dia quel “torto marcio” di cui
sono alla ricerca. Spero …. !firmato G.E.









mercoledì 16 novembre 2011

Storia di un terremoto.


                                          di Pasquale Leggiero.           
La storia che sto per raccontarvi è realmente accaduta, con la differenza che sono stati cambiati i nomi dei protagonisti e il luogo. Tale racconto si riferisce al terremoto del 1980 il quale colpì la Campania e che ancora oggi in alcune zone se lo ricordano. Per rimanere fedele alla Campania, questa storia è ambientata a Caserta.

Ore 19:35. sembra una sera come tutte le altre ed invece all’improvviso nel giro di pochi secondi succede il panico. La signora Margherita è tranquillamente a casa sua e sono solo pochi giorni che il medico gli ha prescritto delle punture e a casa sua vi è la signora Elena che sa come fare le iniezioni, mentre è intenta a iniettare la medicina succede il pandemonio, all’improvviso va via l’energia elettrica e Margherita ed Elena vogliono fuggire fuori. Margherita per correre inciampa con l’ago ai glutei, Elena gli cade addosso. Nel frattempo Cesare, marito di Margherita, si porta fuori all'abitazione e con un braccio trascina il nipotino Cesarino, di solo sei anni, all’altro lato della strada e invitando le persone a uscire dalle case, Cesarino è convinto che suo nonno fosse impazzito e non sa cosa fare, ma la realtà era ben diversa è una scossa di terremoto che ha colpito Caserta e tutta la Campania. Nel frattempo all’appartamento a fianco vi è Franco, padre di Cesarino e figlio di Cesare che davanti alla tv ha in braccio il figlioletto di appena due mesi e che porta per nome Renato. Franco si reca al primo piano per portare giù la moglie Romina e gli altri due figli Silvestro e Mariano di appena quattro e tre anni. Il capofamiglia vuole portare giù: Romina, Silvestro e Mariano ma la porta si blocca e i cinque rimangono bloccati nella stanza da letto, ove Romina aveva portato a letto i due bimbi. Al bloccarsi della porta Romina pensa che sia la fine e prega Franco di mettersi tutti e cinque a un solo posto in modo che quando tutto sarà finito, troveranno tutti in unico posto sotto le macerie. Nel frattempo Margherita, Elena, Cesare e Cesarino sono tutti fuori e sulla via, insieme ai vicini di casa. Pochi minuti e tutto passa ed anche Franco, Romina, Silvestro, Mariano e Renato sono fuori. Quella notte tutti hanno paura di rientrare in casa e ogni abitante di via Roma e altre strade si organizzano diversamente. La famiglia Madgrazie si organizza con un camioncino e mentre Franco e Romina trascorrono l’intera notte seduti in cabina con Renato in braccio, nel cassone dietro è stata allestita una capanna che ospita a dormire Cesare, Margherita, Cesarino, Silvestro e Mariano. Tale allestimento al camioncino rimane per altre due o tre notti, poi man mano si ritorna alla normalità, non prima di aver trascorso altre due o tre notti in letti improvvisati.  Nel 1980, mentre alla famiglia Madgrazie tutto andò bene, ci furono anche altre famiglie che persero casa, lavoro, parenti e amici. Le ferite del terremoto 1980 non sono ancora cancellate poiché vi sono ancora famiglie che abitano nelle loro case provvisorie. Mi chiedo: basteranno altri trenta anni perché tutto torni alla normalità? Madonna delle Grazie mettici tu la mano.      

martedì 15 novembre 2011

Cancello Arnone. La raccolta differenziata parte ma resisterà pure?

il calendatio della raccolta
                       di Pasquale Leggiero.
In questi giorni abbiamo appreso che presto partirà la raccolta differenziata anche a Cancello Arnone. A onor di cronaca va detto che essa già esisteva, per chi ha volontà di farla, poiché vi è un giorno stabilito a settimana che si ritira solo plastica. Inoltre sul territorio sono presenti i contenitori per gli indumenti usati. Queste cose però quanti cittadini le osservano? La raccolta differenziata è una cosa che va bene per l’ambiente, ma chi è addetto a controllare il rispetto di quest’ultima? Troppe volte si è detto ai cittadini che la differenziata iniziava e troppe volte è stata “abolita” per un motivo o per un altro. Ad esempio quando capita che gli operatori ecologici non effettuano la raccolta, per vari motivi che in genere sono scioperi, e poi alla rivenuta di questi ultimi essi raccolgono tutto e differenziata addio. Il cittadino vedendo ciò ritiene che il suo lavoro venga spazzato via e si scoraggia mandando tutto a monte. Ora si parla di ripartenza della differenziata, ma chi controllerà tale cosa? E quando gli operatori ecologici non passeranno, al loro ritorno cosa faranno, differenzieranno o mescoleranno? Forse il modo giusto per far camminare la differenziata, e per sempre, sarà quello che ogni comune abolisse consorzi, consorzini e consorzietti e la differenziata la facesse da solo. In che modo? Con contenitori presenti sul territorio, tranne che per l’umido perché va ritirato tutti i giorni, o quasi, e quando questi contenitori saranno pieni vendere questi materiali a ditte specializzate per il riciclaggio, in questo modo i comuni riscuoteranno due volte la T.I.A una volta dai cittadini e altra dalle ditte, solo cosi avremo città pulite. Comunque sul nostro territorio ancora una volta vogliamo fidarci della differenziata con la speranza di non essere delusi.      
                                  

venerdì 11 novembre 2011

Bimbo dimenticato sullo scuolabus

Ha suonato li clacson ma nessuno l'ha notato. Madre denuncia.


Ha quattro anni ed è stato dimenticato sullo scuolabus per quattro ore. E ora è in cura da una psicologa. Per i genitori è stata una tragedia evitata, ma infuriati, si sono rivolti a un legale e sono passati alle denunce. Il fatto è accaduto a Montorio al Vomano, in provincia di Teramo. Protagonista della vicenda è, appunto, un bimbo. Venerdì 4 novembre, all’incirca alle 9, la madre lo ha salutato davanti alla propria abitazione mentre, come ogni giorno, è salito sul pulmino che lo ha condotto all’asilo. Qui, però, è arrivato solo alle 13,30, dopo che gli addetti del consorzio che gestisce i servizi di trasporto e assistenza per conto del Comune si sono accorti che il bambino è rimasto all’interno del mezzo per l’intera mattinata.
DIMENTICATO NEL MEZZO. Le maestre hanno contattato immediatamente la madre e l’avvertono del fatto che il figlio è stato portato all'asilo in quel momento. Lei si è precipitata lì e ha scoperto che il pulmino, dopo aver effettuato il servizio di trasporto, sarebbe rimasto parcheggiato per quattro ore (con suo figlio all’interno) nei pressi del campo sportivo di Montorio per essere poi ripreso intorno alle 13, cioè quando di solito viene utilizzato per andare a prelevare i ragazzi più grandi che frequentano la scuola.
SUONAVA IL CLACSON PER FARSI NOTARE. Spavento e tanta rabbia da parte dei genitori. La mamma ha raccontato che, quando è andata a riprenderlo, il bimbo era evidentemente sotto shock oltre che sudatissimo. Aveva tentato in tutti i modi, anche suonando il clacson, di farsi notare. Ora è in cura da una psicologa. «Il fatto riferito, che dovrà essere accertato dalle autorità competenti nelle sue esatte modalità di accadimento, desta seria preoccupazione e notevole sconcerto» dichiarato l’avvocato Roberto Antenucci, legale della famiglia. «Si consideri peraltro come il piccolo sia stato affidato a persone che hanno quale compito principale quello di garantire la massima sicurezza dei bambini. Se fosse accaduto in una giornata di caldo, le conseguenze sarebbero potute essere ben più drammatiche».
SINDACO COSTERNATO PER L'ACCADUTO. Il sindaco di Montorio al Vomano, Alessandro Di Giambattista, si è detto costernato per quanto accaduto. «Abbiamo esternalizzato il servizio di trasporto e dunque non lo gestiamo direttamente» ha affermato «ma di certo non abbiamo intenzione di lavarci le mani di fronte a un fatto che consideriamo gravissimo. I bambini non sono pacchi postali». Il primo cittadino, dopo aver incontrato la famiglia, ha convocato per domani i gestori del servizio per conoscere il dettaglio della vicenda e prendere i provvedimenti conseguenti.
VIVO IL RICORDO DI ELENA MORTA IN AUTO. «Siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità e far sì, ovviamente, che questi fatti non accadano più in futuro. Mi rendo conto che i ritmi della nostra società sono frenetici, ma questo non ci consente di giustificare in alcun modo un episodio del genere». A Teramo, peraltro, è ancora vivo il ricordo della piccola Elena, la bimba di 22 mesi morta dopo tre giorni di coma in seguito alla tragica dimenticanza del padre che, invece di portarla all'asilo, l'aveva lasciata nel parcheggio dell'Università per cinque ore.
Giovedì, 10 Novembre 2011
Tratto dal sito: www.lettera43.it

giovedì 10 novembre 2011

Cancello Arnone. Il paese del non far niente.


Cancello Arnone.
                   di Pasquale Leggiero.
Avere la fortuna di scrivere significa raccontare ciò che accade, nel proprio territorio o nel mondo. Avere la fortuna di scrivere a volte significa anche proporre. Avere la fortuna di scrivere vuol dire anche criticare e non per distruggere ma per costruire. Proporre e criticare è quello che succede con l’argomento di oggi, ma lo scopo è unicamente di muoverci nel nostro amato paese. Dopo la lettura di quest’articolo, forse, ci sarà qualcuno pronto a dirci del perché non scendiamo in campo, allora a quel punto lo scrivere ci potrà sembrare sfortuna, ma siamo consapevoli di questi rischi e riteniamo che lo scrivere fa parte dello scendere in campo, quindi noi scriviamo e riteniamo di proporre o di criticare costruttivamente, ad altri la scelta di proseguire o di farci male a parole. In questo periodo in alcuni parti dell’Italia si prepara la raccolta fondi per TELETHON, la maratona di raccolta fondi contro le malattie genetiche, cosa promuove Cancello Arnone per la raccolta di questi fondi? In questo periodo c’è anche dove si preparano i presepi viventi o artistici, Cancello Arnone quando scende in campo per iniziative del genere? Forse ci sarà risposto che i contanti scarseggiano per organizzare iniziative di questo genere, ma si è mai pensato a iniziative a costo zero? Se si non se né mai parlato. In questo periodo, visto gli ultimi eventi, si organizzano anche raccolte per i nostri fratelli liguri e/o toscani, a tutt’oggi qual è l’iniziativa di Cancello Arnone? Come si nota ci sarebbero tre cose da fare, ma per almeno una qual è l’iniziativa? Nessuna, nessuna, nessuna. Come si può notare Cancello Arnone, più delle volte, è il paese del non far niente e delle no iniziative. Ci auguriamo solo che fino adesso non ci si era pensato a ciò e che da questo momento ci si pensi e si possa organizzare qualcosa.                         

mercoledì 9 novembre 2011

Italia. Chi paga la ricostruzione dopo le catastrofi?


                     di Pasquale Leggiero.
Tante volte succedono catastrofi a causa di alluvioni, terremoto o frani. Negli ultimi trent’anni ricordiamo il terremoto dell’80, in seguito: l’Umbria, Sarno, L’Aquila e ora la Liguria e la Toscana. Che cosa hanno fatto i vari governi che si sono trovati a governarci? Nell’80 furono stanziati alcuni fondi per la ricostruzione o la riparazione delle case, a tutt’oggi alcuni di essi non sono mai arrivati, molte famiglie furono inviate in case provvisorie e in tali dimore sono rimaste. Dopo anni saranno proprietarie di queste case? Poiché lo stato è una scena a rallentatore. Dell’Umbria e Sarno, al momento di scrivere, non abbiamo notizie. Veniamo all’Aquila, sono state costruite case provvisorie per i disavventurati, quanto dureranno queste case provvisorie? Come andrà a finire la telenovela Liguria – Toscana? Ma soprattutto chi ricostruisce? Ogni volta che succedono di queste cose, ci sono volontari e cittadini che si muovono o fattivamente o economicamente, più delle volte sono attivati numeri telefonici da poter mandare un SMS o da telefono fisso per inviare soldi per la solidarietà. Niente in contrario alla solidarietà, in quanto i fortunati di oggi potrebbero essere gli sfortunati di domani e aver bisogno di aiuto. Ma guardiamo in faccia alla realtà il governo, qualsiasi esso sia, quanto apre un fondo per calamità naturali? Ogni volta il governo italiano ha zero in cassa per queste cose e aumenta le tasse, in questo caso ha aumentato l’accisa sui carburanti che va proprio per la ricostruzione, il che significa che ancora una volta non esiste la cassa per queste cose o è poca cosa? Domandiamo, per pura curiosità, ma dopo aver risolto il problema ricostruzione, l’accisa sarà riabbassata? Risposta non c’è o forse chi lo sa, caduta nel vento sarà, dice una canzone ecclesiastica. Altra domanda: un politico più scemo, perdon, che ha uno stipendio più basso, quanto prende? Non sarebbe ora che questi signori si dimezzassero un po’ di stipendio e ricostruire e mettere da parte qualcosa per altre eventuali catastrofi che avremo in futuro? In alcuni paesi i ministri non "possiedono" le auto blu e camminano in normalissimi pullman, in Italia a momenti le auto blu sono anche delle opposizioni, poi ci sono le scorti per ognuno di questi signori e noi paghiamo. Concludiamo urlando: vergogna per l’Italia.                                                  

martedì 8 novembre 2011

Cancello Arnone. Furti a raffica la benemerita indaga.


                           di Pasquale Leggiero.
A volte raccontiamo eventi gioiosi, altre meno e altre ancora per niente lieti. Questo è quello che succede oggi, l’argomento per niente allegro, perché si tratta di furti. In quest’ultimo periodo si stanno verificando furti a raffica e in primis sono raid notturni, a danni di attività commerciali ma anche di privati. Fortunatamente, però, vi è stato anche quando i furti sono andati mali per i “professionisti” dello scassinare. Il tutto è stato denunciato alla locale arma dei carabinieri, la quale sta indagando a 360 gradi per l’individuazione di questi esperti. E pure pensavamo che Cancello Arnone, non doveva più dare questi tipi di problemi in quanto sono state installate delle telecamere di videosorveglianza. Ci chiediamo queste apparecchiature funzionano? Se la risposta è sì cosa ci vuole per andare a guardare le registrazioni? Speriamo di ottenere delle risposte al più presto, perché la popolazione non ne può più di subire, visto anche che le opere pubbliche (in questo caso parliamo delle varie telecamere) sono finanziate con le tasse di noi cittadini. Allora veder spendere i propri soldi per niente non è tanto piacevole, anzi non lo è per niente. Speriamo, quindi, che le indagini portino a dei risultati e a una svolta al più presto possibile, perché se cosi non sarà, ci ritroveremo col raccontare di qualche onesto cittadino che ha risolto il dannoso problema da solo.                  

lunedì 7 novembre 2011

Cancello Arnone. Piove e straripano i regi lagni, ma la colpa è veramente del maltempo?

                                             di Pasquale Leggiero.

In questi giorni si parla tanto di pioggia e di maltempo, dopo le calamità che hanno colpito Liguria e Toscana, a essere interessata è anche la Campania. Tutta la penisola è in ginocchio e Cancello Arnone non è da meno, nonostante le piogge siano incominciate da poco a essere messi in ginocchio sono i regi lagni, che dirompono e allagano la strada che è la via Santa Maria a Cubito. Tale strada è interessata alla chiusura, nella giornata di ieri (domenica 6 novembre) a chiudere la strada è prima la polizia locale, al comando del maggiore Giuseppe Tessitore, con la protezione civile del territorio che è l’associazione nazionale vigili del fuoco in congedo, presieduta da Giovanni Di Gennaro. Poi a prendere le retini della strada è la polizia provinciale. Traffico deviato o retrocesso,  perché? I regi lagni hanno inondato la strada, a causa della pioggia. Ma veramente, poi, i canali hanno invaso la strada a causa della pioggia? Buttiamo giù la maschera e diciamoci la verità, da onesti cittadini: com’è lo stato di pulizia dei corsi d’acqua in quelle zone? Ciò che corre in tali letti è solo acqua o anche qualche altra cosa? Di  questi corsi d’acqua chi è l’ente proprietario? Quante volte l’anno è effettuata la pulizia di questi regi lagni e dintorni? Gli onesti cittadini non pagano la tassa di bonifica? Questi quattrini in che modo vengono spesi? Allora l’ente proprietario non si preoccupasse solo della strada nel momento di serie difficoltà, ma sempre. Se i regi lagni oggi sono quello che sono, purtroppo, allora parecchi devono pronunciare: mea culpa, mea culpa. La classe politica si ricorda, sempre, dei regi lagni o all’elezioni tali corsi li facciamo nuovissimi a tavolino e poi: arrivederci alla prossima?              
                       

venerdì 4 novembre 2011

Cancello Arnone. A che sono destinate le scuole agrarie?

      
                                         (di Pasquale Leggiero)

Cancello Arnone. A volte ci occupiamo di strutture abbandonate, anche questa volta lo facciamo attraverso il presente. Questa volta restando a Cancello Arnone e uscendo alla sua periferia in via provinciale per Castelvolturno ci siamo soffermati, all’uscita del paese, subito dopo il ponte della ferrovia per dare uno sguardo a un complesso chiamato scuole agrarie. Andiamo con ordine e raccontiamo che le persone di oltre la mezza età ci hanno riferito che in quel complesso vi erano delle scuole agrarie, poi l’istituto è andato via e il complesso è stato abbandonato a se stesso dall’ente proprietario. Dall’abbandono a oggi le varie amministrazioni comunali che si sono succedute hanno mai chiesto il recupero di quest’ultimo? Indagando siamo venuti a conoscenza dell’ultima volta che tale complesso è salito alla ribalta delle cronache  si tratterebbe del lontano 1987 o 1988, quando vi si alloggiarono un bel numero di tossicodipendenti che chiedeva di abitare lì e la popolazione, attraverso una pubblica manifestazione mostrò tutto il suo dissenso, poiché il paese non era preparato per ospitarli, poiché non vi era nessun centro di accoglienza per queste persone “malate”. Dall’epoca a oggi tale complesso non è più salito alla ribalta delle cronache ed è lì abbandonato, ma come detto prima le varie amministrazioni, succedute, hanno mai chiesto, all’ente proprietario, il recupero? E se sì cosa gli è stato risposto?  A volte si spendono tanti soldi pubblici per la costruzione di nuove strutture, di recenti edifici lasciando abbandonati quelli già esistenti. Si spera quindi nel recupero dell’edificio, anche perché quando parliamo di soldi pubblici, asseriamo a sacrifici dei cittadini e non è bello vedere i propri sacrifici abbandonati in un angolo.

Mutui? Per i giovani del sud restano un miraggio.

Quasi impossibile ottenere un mutuo per i giovani del Sud.
Solo il 3% delle richieste degli under 30 viene accolto.

In questi giorni in cui la crisi economica mondiale è sotto gli occhi di tutti l'affanno del Sud Italia non accenna a diminuire: secondo Mutui.it, comparatore online di mutui, i giovani meridionali sono quelli che incontrano le difficoltà maggiori di fronte all'acquisto di una casa. Analizzando le domande di mutuo prima casa arrivate negli ultimi mesi da Puglia, Basilicata, Calabria, Campania e Sicilia, infatti, si scopre che benché la richiesta di preventivo da parte di under 30 rappresenti il 18% del totale delle domande provenienti dal Mezzogiorno, il problema arriva al momento di ottenere il finanziamento: nemmeno il 3% delle richieste verrà accolto.

Analizzando in maniera più approfondita le domande delle cinque Regioni considerate, si vede come la richiesta media sia di 133.000 euro (meno della media nazionale, di 150.000), pari al 74% del valore dell'immobile da acquistare; nel 60% dei casi si preferisce il tasso fisso (percentuale superiore rispetto alla media, del 54%), solo nel 16% quello variabile (25% a livello italiano). Gli under 30 del Mezzogiorno, che hanno mediamente 27 anni al momento della compilazione del preventivo (dato in perfetta media nazionale), aspirano ad ottenere un mutuo della durata di 25 anni. Gli importi più elevati sono richiesti in Campania (143.000 euro), quelli più bassi in Calabria (121.000 euro). I calabresi, inoltre, si rivelano i più prudenti: qui le preferenze per il tasso fisso raggiungono addirittura il 65% del totale. Più attenti ai mutamenti del mercato e fiduciosi nel tasso variabile sono i siciliani e i lucani: nel loro caso la percentuale di richieste sale al 19%, restando comunque al di sotto della media italiana.

La provincia meridionale che ama di più il tasso fisso è Catanzaro (la percentuale arriva addirittura al 75%), quelle che richiedono maggiormente il tasso variabile sono Ragusa e Potenza, entrambe con il 24% di richieste; il loan to value maggiore - vale a dire la percentuale di finanziamento rapportata al valore dell'immobile - lo troviamo a Brindisi, Enna e Siracusa, province in cui si vorrebbe pagare attraverso il mutuo il 79% della casa. È Napoli, infine, la città in cui le case da acquistare costano di più: il valore dell'immobile arriva a 206.000 euro di media; Agrigento, di contro, è il fanalino di coda: il valore medio non supera i 149.000 euro.

Secondo uno studio dell’Inps, grazie all’allungamento dell’età lavorativa farà crescere l’ammontare della pensione   (Fonte: virgilio)

giovedì 3 novembre 2011

Ferrovia Grazzanise – Castelvolturno può diventare realtà?

                              di Pasquale Leggiero.
Cancello Arnone. Com’è ormai noto a tutti, da svariati anni, si parla di una grossa realtà che porta il nome di aereo porto di Grazzanise. Molti cittadini non credono più in questo progetto, fanno bene o male? Non vogliamo pronunciarci in merito. Altra cosa di cui siamo a conoscenza, per sentito dire, è la creazione della ferrovia che partendo da Capua arriverebbe a Grazzanise aereo porto. Anche questo progetto è buono poiché creerebbe più posti di lavoro. In una sera , si perdeva tempo tra amici e si parlava dell’argomento aereo porto grazzanisano e si diceva anche dell’eventuale ferrovia Capua – Grazzanise e proprio su quest’ultimo l’argomento si faceva interessante, poiché anche fantasioso e si diceva che la ferrovia di Grazzanise potrebbe allungarsi a Castelvolturno, passando per Cancello Arnone. In quanto a Cancello Arnone la ferrovia è già esistente e si tratterebbe di allungare quella che dovrebbe essere di Grazzanise e creare una deviazione per Castelvolturno passando per la nostra stazione. Tutto ciò era solo una chiacchierata tra amici, ma se oggi nel mondo si riesce a parlare di tunnel sotto il mare e di linee ferroviarie ad alta velocità e allora perché non si potrebbe parlare di linea ferroviaria Grazzanise – Castelvolturno e passando per Cancello Arnone? In tutto ciò forse saremo considerati pazzi, ma ricordiamo che anche Cristoforo Colombo, a suo tempo, fu considerato pazzo e oggi abbiamo la Columbia. Per questo ci rivolgiamo principalmente alle due amministrazioni comunali interessati e cioè Grazzanise e Cancello Arnone , rispettivamente guidate dai seguenti sindaci: dott. Pietro Parente, dott. Pasqualino Emerito , ma anche ai politici dei tre territori, non importa di che colore politico essi siano.  Pensiamo piuttosto che qui si parla di sviluppo del territorio e sé anche una chiacchierata tra amici o tra pazzi, non importa come ci definite, possa servire all’economia del paese e allora che ben venga. Forse se la cosa può essere fattibile passeranno anche degli anni e noi non la vedremo da questa terra ma l’importante è incominciarne a parlare. Concludiamo, quindi, invitando i nostri politici a riflettere su tali progetti sopra descritti e se ce ne sono altri che ben vengano.