mercoledì 16 novembre 2011

Storia di un terremoto.


                                          di Pasquale Leggiero.           
La storia che sto per raccontarvi è realmente accaduta, con la differenza che sono stati cambiati i nomi dei protagonisti e il luogo. Tale racconto si riferisce al terremoto del 1980 il quale colpì la Campania e che ancora oggi in alcune zone se lo ricordano. Per rimanere fedele alla Campania, questa storia è ambientata a Caserta.

Ore 19:35. sembra una sera come tutte le altre ed invece all’improvviso nel giro di pochi secondi succede il panico. La signora Margherita è tranquillamente a casa sua e sono solo pochi giorni che il medico gli ha prescritto delle punture e a casa sua vi è la signora Elena che sa come fare le iniezioni, mentre è intenta a iniettare la medicina succede il pandemonio, all’improvviso va via l’energia elettrica e Margherita ed Elena vogliono fuggire fuori. Margherita per correre inciampa con l’ago ai glutei, Elena gli cade addosso. Nel frattempo Cesare, marito di Margherita, si porta fuori all'abitazione e con un braccio trascina il nipotino Cesarino, di solo sei anni, all’altro lato della strada e invitando le persone a uscire dalle case, Cesarino è convinto che suo nonno fosse impazzito e non sa cosa fare, ma la realtà era ben diversa è una scossa di terremoto che ha colpito Caserta e tutta la Campania. Nel frattempo all’appartamento a fianco vi è Franco, padre di Cesarino e figlio di Cesare che davanti alla tv ha in braccio il figlioletto di appena due mesi e che porta per nome Renato. Franco si reca al primo piano per portare giù la moglie Romina e gli altri due figli Silvestro e Mariano di appena quattro e tre anni. Il capofamiglia vuole portare giù: Romina, Silvestro e Mariano ma la porta si blocca e i cinque rimangono bloccati nella stanza da letto, ove Romina aveva portato a letto i due bimbi. Al bloccarsi della porta Romina pensa che sia la fine e prega Franco di mettersi tutti e cinque a un solo posto in modo che quando tutto sarà finito, troveranno tutti in unico posto sotto le macerie. Nel frattempo Margherita, Elena, Cesare e Cesarino sono tutti fuori e sulla via, insieme ai vicini di casa. Pochi minuti e tutto passa ed anche Franco, Romina, Silvestro, Mariano e Renato sono fuori. Quella notte tutti hanno paura di rientrare in casa e ogni abitante di via Roma e altre strade si organizzano diversamente. La famiglia Madgrazie si organizza con un camioncino e mentre Franco e Romina trascorrono l’intera notte seduti in cabina con Renato in braccio, nel cassone dietro è stata allestita una capanna che ospita a dormire Cesare, Margherita, Cesarino, Silvestro e Mariano. Tale allestimento al camioncino rimane per altre due o tre notti, poi man mano si ritorna alla normalità, non prima di aver trascorso altre due o tre notti in letti improvvisati.  Nel 1980, mentre alla famiglia Madgrazie tutto andò bene, ci furono anche altre famiglie che persero casa, lavoro, parenti e amici. Le ferite del terremoto 1980 non sono ancora cancellate poiché vi sono ancora famiglie che abitano nelle loro case provvisorie. Mi chiedo: basteranno altri trenta anni perché tutto torni alla normalità? Madonna delle Grazie mettici tu la mano.      

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