di Daniele Palazzo
Dopo la zanzara tigre, che fece la sua prima comparsa in Italia nell’autunno del 1990(il luogo di prima osservazione fu l’area portuale di Genova, ma i primi veri focolai larvali del temuto insetto furono individuati l’anno successivo nel Padovano), arriva nel nostro territorio nazionale un nuovo tipo di zanzara, pure questo, come la zanzara genovese(Aedes Albopictus), proveniente dalle regioni dell’estremo oriente asiatico. Il nuovo esemplare di culicide(Aedes Koreicus), proveniente dalla Corea, è stato osservato, nei giorni scorsi, nel Bellunese. Stando alle prime notizie, sembra che l’insetto sia giunto in territorio veneto con un carico di piante tropicali, importato da vivaisti operanti nella fascia geografica sita tra i Comuni di Feltre e Sospirolo. Quasi per niente fastidioso, poco aggressivo, minimamente diffuso sul territorio, questo nuovo esemplare di Aedes ha abitudini e caratteristiche simili alla famigerata e temuta zanzara tigre. Punge in pieno giorno, attacca sia l’uomo che gli animali, vive in habitat urbani, dove depone le uova, ha capacità di svilupparsi in ambienti con poca acqua, prediligendo le raccolte d’acqua che si formano in depositi di copertoni, sopravvive facilmente all'inverno, vive nei climi temperati, anche montani. L'insetto, che, oltre alla “sorella” tigre, va ad aggiungersi alla zanzara comune(Culex Pipiens), della famiglia della Anopheles, si riproduce dall'inizio della primavera fino in autunno: ogni ciclo vitale dura circa 10-15 giorni. Da parte degli esperti, i soliti consigli per evitare di creare le condizioni ottimale per la riproduzione dell’insetto, come, ad esempio, quello di non far si che recipienti lasciati in giardino o sulle terrazze di casa possano riempirsi d'acqua piovana. Pare che, nei Paesi d’origine(Corea, Giappone, Cina e Russia Orientale), l’Aedes Koreicus, che fece la sua prima comparsa europea in Belgio(2008)sia vettore di malattie infettive, quali l’encefalite giapponese e la filariosi. Intanto, i ricercatori e gli esperti dell’Istituto Zooprofilattico “Tre Venezie”, che ne hanno analizzato e valutato i primi esemplari, continuano nel loro lavoro onde ricavarne preziose indicazioni sul da farsi per fronteggiare al meglio la situazione.
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