giovedì 7 marzo 2013

Cancello Arnone. Sparatoria malviventi-carabinieri, i fatti e le opinioni.


Nella notte tra martedì e mercoledì, all’una di notte, circa, dei malviventi hanno cercato di svaligiare un negozio di telefonia ed elettrodomestici il tutto nella centralissima via Roma. Alcuni ragazzi che si trovavano nella sala giochi sita nelle vicinanze non si sono girati dall’altra parte ed hanno allertato i carabinieri. Questi ultimi giunti sul posto nasce un rocambolesco inseguimento, i malviventi aprono il fuoco e i miliari rispondono, uno dei malviventi è ferito e morirà poco dopo alla pineta grande di Castelvolturno, altri due malviventi sono catturati e un quarto si dà alla fuga. La procura apre un’inchiesta sull’accaduto e a essere indagato è il coraggioso carabiniere che non si è fatto intimorire dall’arma del malvivente ed ha agito secondo i regolamenti e per legittima difesa. Le leggi italiane sono quelle che sono e la magistratura deve fare il suo percorso, rispettiamo l’inchiesta sui militari, ma dobbiamo anche condividerla? La nostra risposta di cittadini onesti è no. Ragazzi coraggiosi non si girano dall’altra parte, come spesso accade, e avvertono le forze dell’ordine per un reato che si sono accorti, a gran voce ci sentiamo di gridare, fino a che voce non si consuma: prendiamo esempio da questi ragazzi e non giriamoci dall’altra parte, encomio a chi ha avuto coraggio. I carabinieri non hanno fatto tardi nell’arrivare e hanno voluto solo compiere il loro dovere, assicurando due malviventi alla giustizia e, purtroppo, uno alla giustizia divina. Va detto che il carabiniere mai avrebbe pensato di spedire un malvivente al cospetto di Dio, se solo il fuorilegge si fosse arreso. Per un militare che non si lascia intimorire e compie il proprio dovere fino in fondo, possiamo solo gridare: promozione per il militare. Questi militari cosi coraggiosi andrebbero encomiati e promossi per il loro coraggio, non aprendogli un’inchiesta sopra perché l’uomo in divisa che risponde al fuoco deve essere d’esempio per i cittadini e i suoi colleghi. Non possiamo ch concludere augurando che la magistratura possa chiudere il caso al più presto possibile, senza condannare chi ha messo a repentaglio la sua stessa vita adempiendo il proprio dovere, anzi cittadini che non si girano e militari che compiono il pieno dovere vanno incoraggiati e non demoralizzati

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