giovedì 21 marzo 2013

Cancello Arnone, GIORNATA MONDIALE DELLA POESIA

  Cancello Arnone. Gentili lettori  ogni tanto amo scrivere poesie, fatte tra fantasie e realtà. Questa volta è stata quella  su l’unità d’Italia, io condivido si l’unità d’Italia ma no i centocinquant’anni attribuitigli, e dal mio cuore ne è uscita la poesia sotto riportata. Non l’ho pubblicata prima, per non dare l’impressione dell’ostruzionismo. Auguro buona lettura a tutti.                                                 
Articolo e poesia del 21\03\2011

                                                Piove su l’Italia
Piove,
piove su l’Italia.
Guardo l’acqua cadere giù
e sembra come sempre.
D’improvviso mi s’illumina la mente,
siamo al diciassette marzo.
Dal capo dello stato,
al capo del comune celebrano i centocinquant’anni dell’Italia.
Piove,
piove su l’Italia.
Che pioggia poi sarà?
Ci stiamo tutti ricordando che Vittorio Emanuele fu re d’Italia.
E pure l’Italia dovrebbe sorridere,
allora perché piangi mia bella Italia?
Uno sguardo al mobile chiamato libreria,
scorgo il libro di storia, l’apro e rileggo gli eventi storici.
Da qui la risposta al perché piove,
piove su l’Italia.
Sono lacrime di unmilionequattrocentomila occhi,
piangono i dimenticati cavalieri di Vittorio Veneto,
aggiungiamoci le spose, i genitori, i figli e i congiunti,
ecco perché si ha una pioggia su l’Italia.
Italia non piangere, forse sarò l’unico pazzo a dirti che non hai 150 anni,
cosa ci possiamo fare se la maggior parte degli italiani ti pensano vecchia?
Cavalieri, anzi signori cavalieri, io son sicuro che le vostre glorie non saranno dimenticate,
ma i potenti di oggi godono il loro quarto d’ora di trionfo.
Il tricolore, il Piave, non vanno dimenticati, ma li vogliono solo rimpicciolire.
Cavalieri, cavalieri, voi non foste solo del Veneto,
 ma la nostra impetuosità questo ci fa pensar.
Voi che partiste da tutto lo stivale e andaste a ricomporre la nostra amata Patria.
Io dico grazie ai vostri padri, ma un encomio, lo do anche a voi,
non importa se mi diran pazzo o altro,
ma il mio cuore non batte per centocinquant’anni.
Forse anch’io piangerò e la gente guardandomi mi dirà:
piove,
piove su l’Italia. 
                                                                   Pasquale Leggiero.






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