venerdì 17 marzo 2017

INSULTI IN RETE, GIUSTIZIA E’ FATTA PER UN IMPENDITORE-VITTIMA DI TORA E PICCILLI



di Daniele Palazzo

TORA E PICCILLI-E’ da tempo che, in Italia ed anche in Europa, si parla di varare norme atte a porre rimedi e freni efficaci agli eccessi, spesso volgari ed offensivi, di certa gente che frequenta i social, al dilagante fenomeno del cyberbullismo e a tante altre diavolerie che, complice anche la difficoltà di controlli, fanno male a chi, persona per bene, frequenta la rete internet. Ci sta provando, primo nel cosiddetto Vecchio Continente, il governo tedesco. Con un disegno di legge è vero perfettibile, ma apprezzabile anche perché, almeno, ha il merito di aver smosso le acque stantie del settore. A tal proposito, però, va detto anche che alcuni strumenti per punire chi eccede in insulti e commenti volgari sui social e dalle tantissime piattaforme insistenti sul web, almeno in Italia, ci sono già e vengono pure applicati. E’ il caso della notizia di giudiziaria che arriva da Tora e Piccilli, in provincia di Caserta, e che protagonisti un consigliere comunale di minoranza del Comune di Sant’Andrea del Garigliano(Frosinone) e una ditta edile torese, ha visto il politico ciociaro condannato a versare la somma di 650 Euro al proprierario dell’impresa operante nello storico centro dell’Alto Casertano, a mo’ di risarcimento, per tutta una  serie di presunti insulti che il consigliere stesso aveva “osato” pubblicare sul proprio profilo Facebook. All’esponente della minoranza consiliare sembra non essere andato a genio che fosse stata proprio quella ditta, che riteneva non idonea a vincere un appalto che il suo Comune aveva indetto per una serie di lavori da eseguirsi presso l’edifici della Scuola Media cittadina, fosse risultata appaltatrice dei lavori medesimi. e giù parole su parole che il titolare della ditta indicata, vedendosi dare ragione,  da parte del Giudice del Tribunale di Cassino, Dottor Grabriele Sordi, ha ritenuto offensive  denunciato. Va detto, infine che il politico della città Oltregarigliano se l’è cavata con quel tipo di sentenza, ritenuta mite, anche perchè, per avendo sempre negato di essersi rivolto al denunciante e alla sua ditta con termini offensivi, ma, per contro, di aver semplicemente esercitato quello che riteneva un suo scacrosanto diritto di critica, aveva subito provveduto a rimuovere i post dello “scanalo” da suo profilo. Il “caso” esplose tra la seconda metà del novembre scorso e la prima quindicina del successivo dicembre, quando la persona condannata pubblicò i post tanto  discussi, per, poi, rimuoverli dietro sollecito dell’organo di Giustizia cassinate. Quei commenti erano davvero offensivi, ha deciso il Giudice che ha condannato il loro autore. La sua è una sentenza destinata a far discutere davvero tanto ed anche a fare scuola. Infatti, in un mondo, come è quello dei social, cos’ pieno di eccessi e poca o nessuna cortesia, una regolamentazione adeguata cj vuole. “Oggettivamente, tali post(qui, ci si riferisce soprattutto a quelli che recitavano  testualmente: “…poveri vagabondi d’oltre fiume, senza meta, arte e mestiere” e …”Chissà quante pance si sono riempite”, pubblicati in date diverse e, poi, eliminati del tutto) avevano carattere offensivo. ha puntualizzato il giudice Sordi nel testo della sentenza, della reputazione della società, avendo il tono dello scherno certo fuori dal limite di continenza dell’altrimenti legittima critica, ove, e se, ancorata a fatti concreti”. Soddisfatto, ovviamente, l’imprenditore edile di Tora e Piccili, per il quale “Giustizia  fatta.”


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