RAPINATORE NAPOLETANO, REO CONFESSO, CONDANNATO A SETTE MESI DI RECLUSIONE
di Daniele Palazzo
Nella tarda mattinata del 30 luglio del 2010, spalleggiato da un complice ed armato di coltello, aveva rapinato la sede di Pozzilli(Isernia) della Banca Popolare di Puglia e Basilicata, portando via tredicimila Euro in contanti. L’altro giorno, il compiersi di un percorso di giustizia che lo ha portato prima all’identificazione, poi all’arrestato e alla traduzione in carcere e, quindi, a finire davanti ai Giudici del Tribunale di Isernia, che lo hanno condannato a sette mesi di reclusione e a duecento Euro di multa. Parliamo di G.B.T., 28enne napoletano che, contrariamente all’opzione del suo complice, P.E., che ha scelto la via del giudizio abbreviato, ha ammesso ogni addebito, scegliendo di patteggiare la pena. Era quasi l’ora di chiusura degli sportelli della struttura creditizia presa di mira, quando i due compari di malaffare entrarono in banca, fingendosi normali clienti. Pochi secondi e si scatena l’inferno. La coppia di rapinatori rivela le sue reali intenzioni, brandendo un coltello e minacciando tutti, sia i dipendenti che clienti in quel momento presenti all’interno della filiale della Banca Popolare di Puglia e Basilicata. In questo modo, riuscirono ad arraffare tredici mela Euro e, dopo aver rinchiuso in uno stanzino tutti i presenti, a fuggire e a dileguarsi senza lasciare tracce. Ahiloro, però, l’acume e la professionalità degli investigatori incaricati delle indagini ha portato inesorabilmente i suoi frutti. Fondamentali per risalire ai due balordi entrati in azione le telecamere a circuito chiuso dell’Istituto bancario rapinato. Attraverso i fotogrammi analizzati che sono stati comparati con migliaia di foto segnaletiche di pregiudicati e ricercati, i Carabinieri della Compagnia di Venafro e i loro colleghi del Nucleo Investigativo di Isernia sono riusciti a dare un volto e un nome a ciascuno dei due malviventi, entrambi con predenti specifici. 28 anni uno, 51 l’altro, avevano compiuto raid analoghi in diverse banche ubicate nella zona orientale di Napoli e nell’Avellinese, finendo destinatari di altri provvedimenti restrittivi del genere. Posti davanti all’ottimo lavoro di intelligence svolto dai militari molisani, i due soggetti interessati non hanno potuto fare altro che ammettere la loro colpevolezza ed impostare di conseguenza la loro linea difensiva. Ecco spiegato il perché sia l’uno che l’altro hanno scelto canali di giudizio speciali.
Nessun commento:
Posta un commento