di Pasquale Leggiero.
È durata una settimana la visita della reliquia di papa Wojtyla a Carinola, essa è stata esposta da prima dalle suore di Carinola e poi domenica trasferita nella cattedrale di Carinola, per l’ultima celebrazione della messa da parte del vescovo di Sessa Aurunca. La reliquia consistente in un ampollina di sangue, ancora oggi liquido, fu prelevato a Giovanni Paolo II negli ultimi giorni della sua vita terrena, nel 2005, dall’ospedale Bambin Gesù di Roma e conservato dalle suore dello stesso ospedale, esposta poi alla venerazione dei fedeli, per la prima volta durante la funzione della beatificazione del papa polacco. Ma di ampolline di sangue del papa venuta da lontano ce ne sono altre e altre due sono conservata a Cracovia dal cardinale Stanislao Dziwisz, segretario di Karol Wojtyla per quasi 40 anni e oggi suo successore sulla cattedra di Cracovia. Il sangue è allo stato liquido grazie a un anticoagulante presente nella provetta al momento del prelievo. Il vescovo sessano durante la sua omelia spiega: siamo onorati di avere qui la reliquia di un papa beato che ha speso tutto per il suo pontificato con una frase pronunciata all’inizio del suo papato, aprite le porte a Cristo. Giovanni Paolo II del suo papato ha fatto modello di una frase totus tous tus e una emme nello stemma del suo pontificio, segno che si è lasciato guidare dalle nostra mamma celeste. Il vescovo spiega di come Giovanni Paolo II sia stato umile durante la sua vita terrena e di come ci abbia lasciato un eredità spirituale. Ed esorta a prendere esempio da quest’umile servo di Dio. A fine messa è toccato a un sacerdote concelebrante insieme al vescovo e a tutti i sacerdoti diocesani ringraziare il pastore della diocesi, le suore che tanto si sono prodigate e una siora di Carinola in particolare per essersi interessata per l’arrivo della reliquia a Carinola, tale suora essendo a Roma sapeva di più le cose del vaticano. Durante l’esposizione e la venerazione della reliquia non sono mancati i San Tommaso che per curiosità hanno fatto in modo di dondolare la reliquia per vedere se effettivamente il sangue era ancora allo stato liquido. Non ci resta che far tesoro di questa bella esperienza vissuta con Giovanni Paolo II.
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