di
Pasquale Leggiero.
Questa sera ci saranno le
arringhe finali della campagna elettorale, infatti i due candidati sindaci
terranno entrambi il comizio di chiusura della campagna elettorale. Raffaele
Ambrosca con la lista vota per te sarà in piazza municipio alle ore 20.30,
mentre Pasqualino Emerito della lista unica terrà il suo comizio, sempre in
piazza municipio, alle ore 22.00. Ognuno di loro cercherà di convincere
l’elettorato a votare per la propria lista. Noi dobbiamo valutare chi dei due è
stato il miglior sindaco del paese e votare, secondo coscienza. Domani, sabato,
silenzio elettorale e riflessione per i cittadini. In queste poche ore che ci
separano dal conoscere il nuovo consiglio comunale dobbiamo riflettere e
riflettere per bene, molti sono gli elettori che dicono: ho un parente di qua,
un amico di là, il datore di lavoro da questa o da quella parte e a me paga il
datore di lavoro. I parenti, gli amici, i datori di lavoro vanno rispettati, ma
ciò che va rispettato soprattutto sono le proprie idee, gli ideali. Pochi
giorni fa ci siamo sentiti telefonicamente, con un nostro compaesano che vive e
lavora al nord, parlando del più e del meno ci siamo detti dei parenti, degli
amici e dei datori di lavoro candidati o che indicano di votare di qua o di là. Il nostro compaesano ci ha risposto
che queste cose erano da medioevo, perché nel lontano nord si candida il
parente e magari si è, da elettori, di idee diverse e il parente non lo si vota.
Il nostro compaesano ci racconta di una sua esperienza appena emigrato nel
nord: una sera uscendo, mancavano due o tre giorni a delle elezioni, vidi il
mio datore di lavoro candidato per un partito e il mio caposquadra candidato
per un altro partito, li riconobbi dai manifesti elettorali, nessuno dei due mi
aveva chiesto il voto per sé. All’indomani ne parlai, a quattrocchi, con un mio collega e questi mi rispose, che
lì nessuno usava, sul posto di lavoro, dire all’altro: mi voti? Seppur era il
datore di lavoro. Giù da noi invece, non si vota il datore di lavoro?
Eeeeeeeeee!!!!! Magari non ti manda via ma, al 90%, ti mette in condizioni di
andartene. Una cosa però ci consola ed è che in cabina elettorale, non vi è il
parente, l’amico o il datore di lavoro ma li si è soli. In cabina elettorale la
mente comanda il braccio e l’ arto dirige la matita. Quindi riflettiamo e
votiamo secondo le nostre idee, solo cosi potremo dire: ho votato per bene.
Alle urna e vinca il migliore.
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