martedì 3 giugno 2014

Vairano Patenora. La pro loco lancia una petizione per salvare il castello medioevale cittadino.


 di Daniele Palazzo  .
Interesse e partecipazione in crescendo, nell’intero territorio dell’Alto Casertano, per quanto concerne l’iniziativa della Pro Loco di Vairano Patenora tesa alla tutela e al recupero funzionale del castello medioevale cittadino(XI Sec). Si tratta di una petizione popolare, sottoscrivibile anche on line, che sta riscuotendo  un successo davvero inatteso. Sul sito dell’Associazione proponente, anche un video sull’attuale stato di conservazione dell’antico manufatto, spesso teatro di rappresentazioni e manifestazioni in costumi d’epoca. L’impianto più antico della monumentale costruzione fu realizzato, in nome e per conto di Ripandolfo VI. Parliamo di un’importante testimonianza architettonica della storia che fu. Vi fecero sosta, tra gli altri, re Carlo I d'Angiò e papa Gregorio X, in viaggio verso Napoli, e, qualche anno dopo, Carlo II, detto Lo Zoppo. Molto interessanti anche le diverse tappe delle vicende storiche che hanno interessato il castello medesimo. Correva l’anno 1191 quando l’imperatore Enrico Il di Svevia ebbe a concedere l’artistica costruzione all’Abate di Montecassino, Roffredo dell’Isola. Quell’operazione non piacque ai vairanesi, che non mandarono affatto giù la circostanza che il ‘loro’ castello dovesse essere amministrato e condotto da un forestiero. Il rifiuto, quindi, di ogni forma di vassallaggio da parte del popolo vairanese sfociò nell’occupazione della costruzione da parte dei locali, che, guidati dal Conte Ruggero da Chieti, nel 1193, riuscirono ad avere ragione di un furioso assedio impostogli dalle schiere dell’Abate di Montecassino. Nell’anno 1437, un’altra pagina nera della storia del castello in parola. Ci riferiamo al violento e disastroso saccheggio di cui la costruzione che, oggi, Pro Loco cittadina vorrebbe salvare e far tornare allo splendore di un tempo fu fatta oggetto, ad opera delle ingorde milizie del Patriarca Vitellesco, che prendeva ordini direttamente da Papa Eugenio IV. Come si vede, siamo di fronte non ad un edificio qualunque, ma ad una costruzione molto importante, che, al di là di più o meno fruttuosi interventi di restauro e consolidamento statico-dinamico, succedutisi negli anni, avrebbe bisogno di un progetto di recupero e rifunzionalizzazione veramente globale ed efficace e, quindi, non parziale e sostanzialmente fallimentare già in partenza.  Sarebbe, questo, l’unico modo per non sprecare più soldi pubblici per progetti di risanamento e rimessa in pristino che lasciano il tempo che trovano e che non hanno né hanno mai avuto alcunchè di concreto. Ben venga, dunque, l’idea della Pro Loco vairanese, con la speranza che abbia presto a realizzarsi.


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