mercoledì 9 aprile 2014

Cancello Arnone. Studiare poco diventa una condanna a vita


            di Pasquale Leggiero.

Quante volte da studenti diciamo: studio giusto per essere promosso e arrivare a un diploma, questo ragionamento va bene scolasticamente ma per il futuro della vita può essere  discriminato. Ed ora passiamo alla prova della discriminazione: poche sera fa un gruppo di amici navigava su internet e tra i vari siti visitati, per presentare domande on line, vi è stato quello di poste italiane dove abbiamo visto le istanze per le presentazioni di domande per portalettere e tra i vari requisiti vi era la detenzione di un diploma ottenuto con un minimo di 70/100 o voto equivalente, il che la cosa ha suscitato molta curiosità e a tutto il gruppo di amici la prima cosa che è venuta spontanea è stata quella di chiedersi se i postini diplomati con 60/100 sapessero leggere l’indirizzo dove consegnare la posta. Poi abbiamo consultato alcuni esperti di cui uno di loro che s’intende di poste e da quest’ultimo ci è stato risposto che i postini oltre a portare la posta agli utenti devono saper fare anche tutt’altre cose e addirittura imparare il codice civile e penale. Altra curiosità ma PT cerca postini o avvocati? Il secondo esperto,in generale, ci informa che chi bandisce può decidere di chiedere un titolo di studio che dev’essere con un minimo di voto e ci informa che a volte laddove è richiesta la laurea si chiede un dottorato conseguito con un minimo di 105 e il massimo della laurea è 110. In fine il terzo e ultimo esperto, consultato s’intende, ci ha risposto che bandendo concorsi e chiedendo il titolo di studio che dev’essere minimo di … si ritiene di dare un servizio più efficace e a volte lo si fa anche per limitare la preparazione per concorsi e preparare concorsi a meno partecipanti per limitare i costi. Ora parliamo di concorsi in generale: Se da un lato tutti questi motivi potrebbero anche andar bene, dall’altro va detto che in uno stato dove si permettono queste cose significa che si va a discriminare chi poi il diploma l’ha ottenuto con un voto minore. Se poi pensiamo che per essere ammessi all’esame di maturità si deve andar bene a scuola e poi a quest’ultimo si potrebbe anche essere bocciati e non conseguire il diploma e allora va anche detto che si può essere ammessi agli esami con voto X e superarli con un voto più piccolo. Allora la domanda che sorge spontanea: a questo punto vale più un 60/100 che durante l’anno scolastico valeva 100/100 oppure un 61/100 che durante l’anno scolastico valeva 60/100? Noi pensiamo che a questo punto vale più il 60/100, (abbiamo riportato i voti di cui sopra solo per fare degli esempi al minimo) Ora tornando al nostro discorso se da un lato diciamo ai ragazzi di impegnarsi nello studio e ottenere il fatidico 100/100, dall’altro chiediamo alle istituzioni di rivedere questa cosa e non permettere che si facciano concorsi per discriminare chi da ragazzo non ha pensato a certe cose, perché sarebbe come dirgli: hai avuto la testa di non studiare al massimo? Ed ora ne paghi le conseguenze e per tutta la vita,  che poi magari alla maturità avrà solo sbagliato quell’esame che l’ho ha portato ad un voto più basso del solito e chi invece ha un voto alto, agli esami, sarà stato lo scapestrato (si far per dire) dell’anno e allora a questo punto quale servizio efficiente al cittadino? Quante volte si sente dire: quello ha comprato il diploma, magari vale per chi a scuola pubblica non dava buoni risultati  e poi si è scritto all’istituto privato, a questo punto con questi concorsi che chiedono un diploma con un minimo di voto X cosa bisogna fare, corrompere i professori e farsi dare 100/100 per avere più possibilità lavorative nella vita? A questo punto sul campo lavorativo non è meglio chi viene chiamato asino che chi viene chiamato genio? Altro difetto dei concorsi: bisogna avere un età massima di… ma se siamo in uno stato dove si afferma che per andare in pensione ci vogliono massimo 67 anni di età, perché all’età di, per esempio, di 50/60 e a volte anche di 25 non si è più idonei, per quel determinato lavoro? In questo periodo si parla tanto di riforme, speriamo solo che possano essere riviste quelle lavorative, altrimenti già siamo in crisi, poi diventeremo proprio l’africa. Speriamo di poter essere capiti con il presente scritto, poi ai posteri l’ardua sentenza.



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