giovedì 18 ottobre 2012

Cancello Arnone. Il racconto del pellegrinaggio dio domenica 14 ottobre 2012.


Cancello Arnone. Il racconto del pellegrinaggio di domenica 14 ottobre 2012.
                                         di Pasquale Leggiero

Domenica scorsa da Cancello Arnone è partito un pellegrinaggio, per recarci sia a San Giovanni Rotondo, sia al santuario dell’Incoronata, ma andiamo con ordine. Di mattina presto si è partiti alla volta di San Giovanni, dove giunti verso le 10,30 ci è stato detto di trovarci alle tredici al luogo della navetta che ci riportava verso il pullman. Qui la prima cosa abbiamo visitato la nuova chiesa, per qualcuno si è trattato di una scoperta, visitando molti luoghi di San Pio tra cui: l’ex tomba, la cella, l’esposizione delle sue reliquie, l’esposizione della statua, che sembra in carne ed ossa, di Giovanni Paolo II e alla fine non ci è mancata l’esposizione del presepe. Ci sarebbe piaciuto assistere alla santa messa, ma eravamo sempre in ritardo dal farlo e siamo riusciti solo a confessarci. Poi giunto l’orario ci si è recati alla navetta e di conseguenza al nostro bus, ove si è partiti alla volta del Santuario della Madonna dell’Incoronata, giunti qui si è pranzati e recati, finalmente, alla Santa Messa. Il sacerdote celebrante, durante l’omelia, afferma che nonostante siano passati cinquant’anni dal concilio vaticano II, esso è ancora tutto da scoprire. Poi concentra la sua omelia sul brano del vangelo e spiega che Gesù non c’è l’ha con i ricchi, perché si possono avere milioni e fare qualcosa per i più poveri e avere spiccioli e pensare solo a se stessi. A questo punto è il ricco a essere povero, mentre il povero diventa il ricco non gradito a Dio. Il curato spiega che Sant’Agostino insegna che ci vuole: umiltà, umiltà e umiltà. La messa prosegue con il resto e con i canti e ad ogni canto tutti sbattono le mani, quasi a fare da musica. Al termine della messa si fa visita al resto del Santuario e dopo si pensa alle compere. A fine giornata ci ritiriamo a casa stanchi ma contentissimi dell’esperienza vissuta. Il nostro augurio è che questi eventi possano aversi più spesso.                                                             

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