mercoledì 3 marzo 2010

Storia della festa della donna:

di Pasquale Leggiero.

Da nostre accurate indagini abbiamo scoperto che: dopo che in altre parti del mondo fin dal 1907 è stata tanto discussa l’uguaglianza della donna e la sua festa

In Italia la Giornata internazionale della donna si tenne per la prima volta soltanto nel 1922, e celebrata il 12 marzo, prima domenica successiva all'ormai fatidico 8 marzo. In quei giorni fu fondato il periodico quindicinale Compagna, che il 1º marzo 1925 riportò un articolo di Lenin, scomparso l'anno precedente, che ricordava l'8 marzo come Giornata internazionale della donna, la quale aveva avuto una parte attiva nelle lotte sociali e nel rovesciamento dello zarismo.

La connotazione fortemente politica della Giornata della donna, l’isolamento politico della Russia e del movimento comunista e, infine, la guerra, contribuirono alla perdita della memoria storica delle reali origini della manifestazione. Così, nel dopoguerra, cominciarono a circolare fantasiose versioni, secondo le quali l’8 marzo avrebbe ricordato la morte di centinaia di operaie nel rogo di una inesistente fabbrica di camicie Cottons, a New York, confondendo probabilmente con la tragedia realmente verificatasi il 25 marzo 1911 con l’incendio della fabbrica Triangle nella quale morirono 146 operaie, in gran parte emigrate italiane; altre versioni citavano la repressione poliziesca di una presunta manifestazione sindacale di operaie tessili tenutasi a New York nel 1857 o altre ancora riferivano di scioperi o incidenti verificatesi a Chicago, a Boston o a New York.

Nel settembre del 1944 si costituisce a Roma l’UDI, Unione Donne Italiane, per iniziativa di donne appartenenti ad alcuni partiti politici ed è l’UDI a prendere l’iniziativa di celebrare, l’8 marzo 1945, le prime giornate della donna nelle zone dell’Italia libera, mentre a Londra veniva approvata e inviata all’ONU una Carta della donna contenente richieste di parità di diritti e di lavoro. L’8 marzo 1946 fu finalmente celebrato in tutta Italia e vide la prima comparsa del suo simbolo, la mimosa, che fiorisce proprio in quei giorni.

Negli anni Cinquanta, anni di guerra fredda e del ministero Scelba, distribuire in quel giorno la mimosa o diffondere «Noi Donne», il mensile dell’UDI, divenne un gesto «atto a turbare l’ordine pubblico», mentre tenere un banchetto per strada diveniva «occupazione abusiva di suolo pubblico». Nel 1959 alcune parlamentari presentarono una proposta di legge per rendere la giornata della donna una festa nazionale, ma cadde nel vuoto.

Il clima politico migliorò nel decennio successivo, ma la ricorrenza continuò a non ottenere udienza nell'opinione pubblica finché, con gli anni settanta, in Italia apparve un nuovo fenomeno: il movimento femminista.

L'8 marzo 1972 la manifestazione della festa della donna si tiene a Roma in piazza Campo de' Fiori: compare l'attrice americana Jane Fonda, pronunciando un breve discorso di adesione, e vi è soprattutto un folto reparto di polizia che blocca la piazza, nella quale poche decine di manifestanti inalberano cartelli con scritte inconsuete e «scandalose»: «Legalizzazione dell'aborto», «Liberazione omosessuale», «Matrimonio prostituzione legalizzata», mentre circola un volantino che chiede che «non siano lo Stato e la Chiesa ma la donna ad avere il diritto di amministrare l'intero processo della maternità». Quelle scritte devono sembrare intollerabili, perché la polizia carica, manganella e disperde le manifestanti.

Il 1975 fu designato come "Anno Internazionale delle Donne" dalle Nazioni Unite. Le organizzazioni delle donne hanno osservato la giornata internazionale della donna in tutto il mondo l'8 marzo tenendo eventi su larga scala che onorassero gli avanzamenti della donna e ricordassero diligentemente che la continua vigilanza e l'azione sono richieste per assicurare che l'uguaglianza delle donne sia ottenuta e mantenuta in tutti gli aspetti della vita. A partire da quell'anno la Nazioni Unite hanno cominciato a celebrare la giornata internazionale della donna l'8 marzo.

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