di Daniele Palazzo
NAPOLI-Non esiste davvero limite alla
ciucciagine e all’inciviltà di certi soggetti(per quello che le loro menti
bacate gli hanno suggerito di fare e per il loro squallido nonchè miserrimo
grado di formazione umana e comportamentale, non meritano di essere definiti
diversamente), che, l’altra sera, facendosi vigliaccamente scudo del buio, non
hanno avuto altro di meglio da fare se non sfogare tutta la loro pochezza umana
sulla statua di San Pio da Pietrelcina che, posta a pochi metri dal Consolato
U.S.A., in Napoli, domina gli scogli di
Via Caracciolo. La notizia circa l’inqualificabile quanto aberrante episodio di
vandalismo fine a se stesso si è diffusa rapidamente in città, suscitando
sgomento ed incredulità, rabbia e indignazione e nette prese di distanza sia
tra i fedeli di uno dei Santi più amati e miracolosi della tradizione cristiana
che in tutto il mondo civile e religioso del capoluogo partenopeo. Va detto,
però, anche che, non sono mancati, soprattutto tra i devoti più vicini ed
attenti alla spiritualità e al meraviglioso esempio di amore, pace e santità
del cosiddetto “Santo con le Stigmate”, tanti moti di umana pietà e voglia di
impegnarsi in adunanze, spontanee e no, di preghiera riparatrice per quanto
accaduto. Quello di cui i tanti seguaci del Santo e tutti i cittadini di buon
senso maggiormente non riescono a comprendere
non riescono comprendere è come mai, in un’area a così intensa opera di
sorveglianza, sia da parte italiana che americana, i delinquenti(quello sono,
non altro) entrati in azione abbiano potuto agire indisturbati e farla franca.
A divulgare la notizia era stata un’anziana signora del posto che, otto anni
addietro, pur scontrandosi contro una certa resistenza dell’autorità dell’epoca,
aveva fatto erigere il monumento raffigurante, appunto, San Pio da Pietrelcina.
“L’ho fatto, dice l’interessata, che risponde al nome di Rita, a mo’ di
ringraziamento al Santo per la miracolosa guarigione di uno dei miei figli,
che, grazie alle mie preghiere e all’intervento di Padre Pio, ha superato
indenne un delicato intervento al cuore. Che dire, conclude l’interessata. Sono
molto triste ed avvilita per quello che è successo. Spero solo che coloro che
si sono macchiati di un atto così efferato ritrovino un minimo di dignità e
bontà d’animo indicandoci almeno dove hanno lasciato la testa della statua di
San Pio, così che noi devoti possiamo recuperarla e riattaccarla al resto della
sacra statua. Pregherò perché questo accada il più presto possibile.” Il
desiderio di Rita e di tutta la sequela dell’umile cappuccino che, da autentico
figlio di Dio e vero testimone del Vangelo di Nostro Signore Gesù Cristo, spese
tutta la sua vita nel servizio amorevole agli, ultimi, ai poveri e agli
emarginati della terra, si è fatto più marcato dopo l’infruttuoso scandaglio,
da parte di una squadra di sub dei Vigili del Fuoco, del fondale marino
antistante gli scogli su cui è allocata la statua sfregiata da mano che
oseremmo dire assolutamente non umana. A questo punto, la speranza generale è
che possano essere d’aiuto a chi si occupa del caso una o più delle tante
videocamere di sorveglianza disseminate nei paraggi del posto nel quale l’orda
teppistica di turno ha dato nuova dimostrazione della propria grettezza civile
e della sa infinitesimale educazione.
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