di Daniele Palazzo
CASERTA-Come una sciagura, del tipo “dejù wu”, ancora una giornata di passione e disagi per i pendolari della tratta ferroviaria Napoli-Roma, specialmente per quelli che si servono dei convogli che fanno scalo nelle stazioni napoletane di Sant’Antimo, Afragola, Frattamaggiore e Casoria, in quelle casertane di San Marcellino, Albanova, Villa Literno, Cancello Arnone, Falciano del Massico-Mondragone e Sessa Aurunca, nonché in quelle pontine che si collocano dopo le stazioni di Priverno-Fossanova e Monte San Biagio. Proprio tra questi due ultimi scali della medesima linea ferrata, conosciuta anche con l’appellativo di “Direttissima”, l’ennesimo guasto tecnico di una serie che sembra non volere, neanche minimamente, accennare a diminuire. Questa volta, a determinare i disagi un guasto alla linea elettrica di alimentazione degli impianti che sono ubicati tra le due citate stazioni laziali. Ovviamente, nonostante i tecnici di “Trenitalia” si siano messi subito all’opera onde venire a capo della situazione, come una scure impazzita, i disagi maggiori li hanno pagato i pendolari, che hanno dovuto subire ritardi nella circolazione dei treni tra i 120 e i 150 minuti. Le prime avvisaglie del nuovo “momento horribilis” per “Trenitalia” e la sua vasta utenza, intorno alle 6.15 della mattinata di oggi. Solo dopo 9, lunghe ore, la situazione ha potuto essere incanalata nei canoni della normalità. Per tutto il tempo, la circolazione dei treni per e/o via Formia, è sta bloccata, mentre i convogli a lunga percorrenza deviati sul percorso ferrato via Cassino. Quello avvenuto oggi è e rappresenta un altro esempio di fatiscenza ed inadeguatezza del sistema di offerta qualitativa all’utenza da parte dalla Società di gestione degli impianti e della strutture che servono la linea ferroviaria interessata. Ma, c’è da fare anche un’altra considerazione, davanti alla quale, in verità, non pochi addetti ai lavori ed osservatori esterni arricciano il naso. E’ quella che una consistente fascia d’utenza, basandosi anche sulla quantità dei casi verificatisi da qualche mese a questa parte, che si ritiene in numero decisamente superiore alla media, comincia ad avanzare, seppure a denti rigorosamente stretti, cioè che, in tutto il “casotto” che si è scatenato sulla linea ferrata in questione, un tempo onore e vanto delle linee ferroviarie non solo nazionali, possano esserci anche “zampini” diversi ed interessati di ignoti sabotatori. Non sappiamo se l’ipotesi appena riportata abbia o no fondamento(è materia, questa, sulla quale non abbiamo né i titoli, né le competenze per intervenire), ma una cosa non possiamo esimerci dal dirla: “Gli utenti di “Trenitalia” interessati alla funzionalità della “Direttissima” non ne possono proprio davvero più di una situazione di disagio, da tempo, perdurevole, che, oltretutto, è all’origine di notevolissime ricadute negative soprattutto, su quanti, sono soliti recarsi al lavoro in treno.”
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