di Daniele Palazzo
NAPOLI-Anche gli animali dello Zoo di Napoli, come tutti gli altri, del resto, partiscono il caldo estivo, che, a valutare anche dall’andamento climatico di questi giorni, si preannuncia più torrido che in passato. Dunque, in vista della prossima ed imminente stagione estiva, la Direzione della struttura zoologica partenopea, presieduta dal Dottore Pasquale Silvestri, onde affrontare i problemi dovuti e connessi al gran caldo dell’estate a venire, ha stilato un molto articolato progetto di intervento. Oltre a creare spazi ed ambienti il più naturale possibile, nonché zone d’ombra per fronteggiare la calura del periodo più “infocato” dell’anno, Silvestri compagnia forniranno ai loro ospiti, in particolare a scimmie, orsi, elefanti e tutti gli altri animali per i quali se ne dovesse presentare la necessità, dei vari e propri ghiaccioli. Quella avanzata dallo staff di Direzione è un'idea che si adatta alle singole diete alimentari degli animali in una stagione caldissima, come quella che ci attende nei prossimi mesi. La “parola d’ordine”, dunque, è refrigerio, che gli addetti e i veterinari de medesimo Zoo, cercano di rendere attuabile anche attraverso la realizzazione di standard qualitativi, sia naturali che artificiali, ad hoc. Esempio eclatante, in tal senso, è quello degli animali da “caramone”(termine dialettale con il quale si suole indicare un laghetto artificiale di acqua e, soprattutto, fango), in cui, al fine i ripararsi dal caldo e dai morsi degli insetti del periodo, alcuni animali, tra cui bufali, ippopotami, rinoceronti, ecc., si immergono, oltre che per trarne sollievo e riparo dal caldo, anche per cospargersi il corpo di uno strato di fango e, quindi, non permettere agli insetti stessi di pungerli e provocargli dolori extra. Da animalisti convinti, dunque, ben venga l’idea del Dottor Silvestri e dei suoi più diretti collaboratori. A patto, però, che, nelle sedi istituzionali di competenza, si riservi la stessa attenzione anche per la persona umana, che, mortificante constatazione, questa, spesso e volentieri, soffre e si dispera senza che nessuno se ne prenda cura.
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