di
Daniele Palazzo
Non era conosciuto per aver
girato il mondo o per l’effimera forza della notorietà del culto dell’immagine
che, oggi, fanno la fortuna di tanti suoi colleghi della moderna a “mediatica”,
che, sfruttando, a cadenza sistematica. Le grandi possibilità che, oggigiorno,
offrono il cosiddetto “piccolo schermo” e la rete internet, riescono ad entrare
nelle case e nei cuori delle tifoserie di ogni dove. Raymond Kopa, la cui stella
si è spenta oggi, ad 85 anni, gettando nel lutto e nel dolore il modo del
calcio francese ed internazionale, era molto conosciuto, sia patria che fuori
dei confini francesi, solo ed unicamente per meriti propri e per quella grande
e salutare voglia di emergere e farsi conoscere, che, seppure ammantate al suo
carattere, fondamentalmente schivo e disdegnevole di ogni inutile clamore, della molto scarna offerta tecnologico-mediatica
della sua epoca, è riuscita a coronare alla grande il suo sogno di sobria grandezza,
che coltivava fin dalla più tenera età, e, nel contempo, a farsi conoscere ed
apprezzare un rutto il mondo del football, giocato piuttosto che chiacchierato
o, peggio, sguaiatamente gridato. Nella sua folgorante e fortunata carriera,
Raymond Kopaszewski, che i suoi tantissimi fans conoscevano con l’affettuoso
diminutivo di Kopa, ha vestito solo tre maglie, quelle delle squadre dell’Angers,
del Stade Reims e del Real Madrid (militando in quest’ultima compagine, ha
vinto tre delle vecchie Coppe dei Campioni, quelle delle edizioni che vanno dal
1957 al 1959, due scudetti e una Coppa Latina, conquistando anche e soprattutto
l’ambito riconoscimento del Pallone d’Oro relativo all’annata del 1958). A
suggellare degnamente il suo invidiabile palmares, la conquista, con la
nazionale francese, della terza piazza ai Campionati Mondiali di Calcio del
calcio del 1958, che si disputarono in Svezia. Quello che era unanimemente
riconosciuto come l’asso più rappresentativo ed amato del calcio transalpino se
ne è andato in silenzio e, alla stregua dell’impronta aveva dato a sua intera
vita, senza alcun clamore, quasi per non farne accorgere alla sua sterminata
tifoseria e ai suoi affezionati amici…Adesso, Raymond Kopa ci guarda dal Cielo
e noi, minuscole creature al cospetto della sua grandezza, non possiamo che
pregare per lui, nella speranza che il Signore Gesù, buono e misericordioso, lo
abbia accolto nel Suo Regno di Gloria eterna. Addio, grande Raymond e ricordati
sempre che il gol più bello lo hai segnato nel cuore di tutti i tuoi amici ed
ammiratori, che, per sempre, ameranno te e le tue grandissime imprese.
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