di Daniele Palazzo
CELLOLE-Anche i
territori comunali di Cellole e Sessa Aurunca nel novero delle aree produttive
in cui possono essere coltivate le ulive dalle quali, una volta giunte a
maturazione, si può avviare il processo di trasformazione del famoso olio di
Gaeta, che, proprio in questi giorni, ha ottenuto il riconoscimento della
Denominazione di Origine Protetta(D.O.P.). LO ha stabilito il Consorzio per la
Tutela e la Valorizzazione dell'Oliva di Gaeta D.O.P., che ha inserito i
tenimenti dei due Comuni di Terra di Lavoro tra i 44(fanno parte di una zona
produttiva che, oltre a quella sessano-cellolese, abbraccia tutta l’estensione
territoriale della provincia di Latina e una parte di quelle di Frosinone e
Roma)che compongono lo specifico areale, vale a dire Amaseno, Artena, Ausonia, Bassiano,
Campodimele, Casape, Castelforte, Castel Madama, Castelnuovo Parano, Castel San
Pietro, Cellole, Cisterna di Latina, Coreno Ausonio, Cori, Esperia, Fondi,
Formia, Gaeta, Itri, Labico, Lenola, Maenza, Minturno, Monte S. Biagio, Norma,
Palestrina, Pico, Poli, Priverno, Prossedi, Roccagorga, Roccamassima,
Roccasecca dei Volsci, San Gregorio da Sassola, Sermoneta, Sessa Aurunca, Sezze,
Sonnino, Sperlonga, Spigno Saturnia, Santi Cosma e Damiano, Terracina. Tivoli e
Valmontone. Su disposizione dell’autorità di competenza del Ministero per le
Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (MIPAAF), la riunione di pubblico
accertamento per il relativo disciplinare è prevista per il 14 maggio prossimo
presso la Sala Riunioni del Comune di Itri.
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