Ciao a tutti,
scrivo questa lettera perché a volte ho peccato criticando il nostro parroco, ma disapprovando il prete è come se rimproverassi Dio. Don Antonio sta per lasciarci ed io dovrei andare lì e confessarmi per avere il perdono da Dio e da lui, ma è il coraggio che mi manca. Come faccio a dirgli: che lo criticato? Questo mio peccato, però, lo già confessato a Dio tramite il pensiero e altri sacerdoti, e un confessore mi disse che mi assolveva ma che dovevo trovare la forza e il coraggio di andare dal mio parroco, ora resterebbe il perdono all’essere umano, o meglio, al proprio parroco da anni. Don Antonio ha saputo avvicinare gente a Dio, ma quello che, da parte mia, le ho sempre rimproverato è di non aver mai, o poco, organizzato iniziative che coinvolgessero i giovani per cercare di avvicinarli alla chiesa e quindi a Dio. Le mie critiche, però, non sono mai state alzategli per offenderlo ma solo per farglielo sapere e quindi farlo reagire. Ritengo di aver sbagliato in questo, perché ciò che pensavo sarei dovuto andarglielo a dire in faccia, anche a quattr’occhi. Invece ho sempre pensato: cosa faccio solo io? Quando dico che ha saputo avvicinare gente a Dio mi riferisco alle sue omelie, ai suoi doveri istituzionali fatti puntuali e per bene. Ma non ha mai organizzato altro, come invece fanno molti altri sacerdoti e questo è sempre stata la mia critica verso di lui. Per il futuro sacerdote non spero che sia meglio di lui, perché ritengo che ogni essere umano abbia un suo carattere, che non è mai meglio o peggio di quello degli altri, ma è semplicemente il proprio. Quindi farò il coraggio di andargli a dire ciò che penso poi starà a lui valutare se darmi una manata o no. Ringrazio Don Antonio per quanti anni è stato con noi e spero che Dio lo faccia stare in questo mondo per anni e anni ancora. Spero che pregherà Dio per me, ma soprattutto per i miei peccati.
Giuda iscariota.
scrivo questa lettera perché a volte ho peccato criticando il nostro parroco, ma disapprovando il prete è come se rimproverassi Dio. Don Antonio sta per lasciarci ed io dovrei andare lì e confessarmi per avere il perdono da Dio e da lui, ma è il coraggio che mi manca. Come faccio a dirgli: che lo criticato? Questo mio peccato, però, lo già confessato a Dio tramite il pensiero e altri sacerdoti, e un confessore mi disse che mi assolveva ma che dovevo trovare la forza e il coraggio di andare dal mio parroco, ora resterebbe il perdono all’essere umano, o meglio, al proprio parroco da anni. Don Antonio ha saputo avvicinare gente a Dio, ma quello che, da parte mia, le ho sempre rimproverato è di non aver mai, o poco, organizzato iniziative che coinvolgessero i giovani per cercare di avvicinarli alla chiesa e quindi a Dio. Le mie critiche, però, non sono mai state alzategli per offenderlo ma solo per farglielo sapere e quindi farlo reagire. Ritengo di aver sbagliato in questo, perché ciò che pensavo sarei dovuto andarglielo a dire in faccia, anche a quattr’occhi. Invece ho sempre pensato: cosa faccio solo io? Quando dico che ha saputo avvicinare gente a Dio mi riferisco alle sue omelie, ai suoi doveri istituzionali fatti puntuali e per bene. Ma non ha mai organizzato altro, come invece fanno molti altri sacerdoti e questo è sempre stata la mia critica verso di lui. Per il futuro sacerdote non spero che sia meglio di lui, perché ritengo che ogni essere umano abbia un suo carattere, che non è mai meglio o peggio di quello degli altri, ma è semplicemente il proprio. Quindi farò il coraggio di andargli a dire ciò che penso poi starà a lui valutare se darmi una manata o no. Ringrazio Don Antonio per quanti anni è stato con noi e spero che Dio lo faccia stare in questo mondo per anni e anni ancora. Spero che pregherà Dio per me, ma soprattutto per i miei peccati.
Giuda iscariota.
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