Il cavallo ucciso dal treno |
di Daniele Palazzo
Disagi
a non finire, ieri sera, per i passeggeri dei treni in servizio sulla linea
ferrata, cosiddetta “Direttissima”, che collega, tra di loro, la stazioni
ferroviarie di Roma Termini e Napoli Centrale. A causa di un inatteso fuoriprogramma,
i convogli che servono l’utenza in movimento lungo la tratta specifica hanno
fatto registrate ritardi notevolissimi, con medie che si sono aggirate tra le due
e le tre ore. La circostanza è scaturita dal fatto che, intorno alle 17.45, il macchinista
del treno che doveva giungere allo scalo partenopeo di lì ad un’oretta, poco
dopo aver superato la stazione di Campoleone, ha avuto la sgradita sorpresa di
vedere pararsi sui binari un grosso esemplare di cavallo bianco. L’ostacolo era
così ravvicinato che, malgrado l’uomo addetto alla conduzione del treno
medesimo avesse tentato una disperata manovra di arresto, non è riuscito ad
evitare l’impatto con l’animale. Ecco spiegate le ragioni dei non certo pochi
disagi patiti dall’utenza pendolare, che, a quell’ora, dopo una intera giornata di lavoro, era in viaggio
verso casa. Manco a dirlo, le proteste e i mugugni sono stati veramente tanti. Ma,
fatte salve le sacrosante ragioni di quanti si sono incavolati per l’inatteso
sinistro, va detto che, in qusto caso, gli apparati di gestione e responsabilità
di Trenitalia, che pure hanno gestito la situazione emergenziale in maniera
soddisfacente, hanno ben poche colpe circa ‘accaduto. ”In linea di massima, ci riferisce abituè del treno in parola, sono
d’accordo con tale affermazione. Credo, però, che, se le strutture che proteggono
i binari da sconfinamenti di animali e cose fossero stati più efficienti e ben
sorvegliati, l’episodio che ci ha procurato
tanto disturbo non avrebbe avuto alcun modo di verificarsi”.
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