Per quella scala che, da bambino credevo segreta tra noi, ti guardo.
Mi metto sulla tua spalla e ti guardo.
Poggio i miei piedi su la tua testa e t’osservo.
Sei vecchio, ma corri come se avessi quindici anni.
Sei appesantito da tanti mali, tante cattiverie e tutto sopporti,
ti hanno conosciuto i miei antenati, ti conosco io, ma tu rimani sempre tale.
Quando corri porti via tante cose:
alcune belle da mai dimenticare,
altre da migliorare,
altre che era meglio se non fossero mai esistite.
Tu vuoi portare tutto in fondo al mare.
Io invece t’indico quali si e quali no.
Quelle no ti dico quali rimanere cosi come sono e quali migliorare.
Alla fine sono tutte storie che tu raccogli e porti via.
Mi spiace per quello che trascini via, ma mi consola che cose nuove porterai.
Ecco perché non invecchi mai Volturno mio.
Pasquale Leggiero.
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