di Daniele Palazzo .
Interesse e partecipazione in
crescendo, nell’intero territorio dell’Alto Casertano, per quanto concerne
l’iniziativa della Pro Loco di Vairano Patenora tesa alla tutela e al recupero
funzionale del castello medioevale cittadino(XI Sec). Si tratta di una petizione
popolare, sottoscrivibile anche on line, che sta riscuotendo un successo davvero inatteso. Sul sito
dell’Associazione proponente, anche un video sull’attuale stato di
conservazione dell’antico manufatto, spesso teatro di rappresentazioni e manifestazioni
in costumi d’epoca. L’impianto più antico della monumentale costruzione fu
realizzato, in nome e per conto di Ripandolfo VI. Parliamo di un’importante
testimonianza architettonica della storia che fu. Vi fecero sosta, tra gli
altri, re Carlo I d'Angiò e papa Gregorio X, in viaggio verso Napoli, e,
qualche anno dopo, Carlo II, detto Lo Zoppo. Molto interessanti anche le
diverse tappe delle vicende storiche che hanno interessato il castello
medesimo. Correva l’anno 1191 quando l’imperatore Enrico Il di Svevia ebbe a
concedere l’artistica costruzione all’Abate di Montecassino, Roffredo
dell’Isola. Quell’operazione non piacque ai vairanesi, che non mandarono
affatto giù la circostanza che il ‘loro’ castello dovesse essere amministrato e
condotto da un forestiero. Il rifiuto, quindi, di ogni forma di vassallaggio da
parte del popolo vairanese sfociò nell’occupazione della costruzione da parte
dei locali, che, guidati dal Conte Ruggero da Chieti, nel 1193, riuscirono ad
avere ragione di un furioso assedio impostogli dalle schiere dell’Abate di
Montecassino. Nell’anno 1437, un’altra pagina nera della storia del castello in
parola. Ci riferiamo al violento e disastroso saccheggio di cui la costruzione
che, oggi, Pro Loco cittadina vorrebbe salvare e far tornare allo splendore di
un tempo fu fatta oggetto, ad opera delle ingorde milizie del Patriarca
Vitellesco, che prendeva ordini direttamente da Papa Eugenio IV. Come si vede,
siamo di fronte non ad un edificio qualunque, ma ad una costruzione molto
importante, che, al di là di più o meno fruttuosi interventi di restauro e
consolidamento statico-dinamico, succedutisi negli anni, avrebbe bisogno di un
progetto di recupero e rifunzionalizzazione veramente globale ed efficace e,
quindi, non parziale e sostanzialmente fallimentare già
in partenza. Sarebbe, questo, l’unico
modo per non sprecare più soldi pubblici per progetti di risanamento e rimessa
in pristino che lasciano il tempo che trovano e che non hanno né hanno mai
avuto alcunchè di concreto. Ben venga, dunque, l’idea della Pro Loco vairanese,
con la speranza che abbia presto a realizzarsi.
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