di
Pasquale Leggiero.
Quante volte da studenti diciamo:
studio giusto per essere promosso e arrivare a un diploma, questo ragionamento
va bene scolasticamente ma per il futuro della vita può essere discriminato. Ed ora passiamo alla prova
della discriminazione: poche sera fa un gruppo di amici navigava su internet e
tra i vari siti visitati, per presentare domande on line, vi è stato quello di
poste italiane dove abbiamo visto le istanze per le presentazioni di domande
per portalettere e tra i vari requisiti vi era la detenzione di un diploma
ottenuto con un minimo di 70/100 o voto equivalente, il che la cosa ha
suscitato molta curiosità e a tutto il gruppo di amici la prima cosa che è
venuta spontanea è stata quella di chiedersi se i postini diplomati con 60/100
sapessero leggere l’indirizzo dove consegnare la posta. Poi abbiamo consultato
alcuni esperti di cui uno di loro che s’intende di poste e da quest’ultimo ci è
stato risposto che i postini oltre a portare la posta agli utenti devono saper
fare anche tutt’altre cose e addirittura imparare il codice civile e penale.
Altra curiosità ma PT cerca postini o avvocati? Il secondo esperto,in generale,
ci informa che chi bandisce può decidere di chiedere un titolo di studio che
dev’essere con un minimo di voto e ci informa che a volte laddove è richiesta
la laurea si chiede un dottorato conseguito con un minimo di 105 e il massimo
della laurea è 110. In
fine il terzo e ultimo esperto, consultato s’intende, ci ha risposto che
bandendo concorsi e chiedendo il titolo di studio che dev’essere minimo di … si
ritiene di dare un servizio più efficace e a volte lo si fa anche per limitare
la preparazione per concorsi e preparare concorsi a meno partecipanti per
limitare i costi. Ora parliamo di concorsi in generale: Se da un lato tutti
questi motivi potrebbero anche andar bene, dall’altro va detto che in uno stato
dove si permettono queste cose significa che si va a discriminare chi poi il
diploma l’ha ottenuto con un voto minore. Se poi pensiamo che per essere
ammessi all’esame di maturità si deve andar bene a scuola e poi a quest’ultimo
si potrebbe anche essere bocciati e non conseguire il diploma e allora va anche
detto che si può essere ammessi agli esami con voto X e superarli con un voto
più piccolo. Allora la domanda che sorge spontanea: a questo punto vale più un
60/100 che durante l’anno scolastico valeva 100/100 oppure un 61/100 che
durante l’anno scolastico valeva 60/100? Noi pensiamo che a questo punto vale
più il 60/100, (abbiamo riportato i voti di cui sopra solo per fare degli
esempi al minimo) Ora tornando al nostro discorso se da un lato diciamo ai
ragazzi di impegnarsi nello studio e ottenere il fatidico 100/100, dall’altro
chiediamo alle istituzioni di rivedere questa cosa e non permettere che si
facciano concorsi per discriminare chi da ragazzo non ha pensato a certe cose,
perché sarebbe come dirgli: hai avuto la testa di non studiare al massimo? Ed
ora ne paghi le conseguenze e per tutta la vita, che poi magari alla maturità avrà solo
sbagliato quell’esame che l’ho ha portato ad un voto più basso del solito e chi
invece ha un voto alto, agli esami, sarà stato lo scapestrato (si far per dire)
dell’anno e allora a questo punto quale servizio efficiente al cittadino?
Quante volte si sente dire: quello ha comprato il diploma, magari vale per chi
a scuola pubblica non dava buoni risultati
e poi si è scritto all’istituto privato, a questo punto con questi
concorsi che chiedono un diploma con un minimo di voto X cosa bisogna fare,
corrompere i professori e farsi dare 100/100 per avere più possibilità
lavorative nella vita? A questo punto sul campo lavorativo non è meglio chi
viene chiamato asino che chi viene chiamato genio? Altro difetto dei concorsi: bisogna
avere un età massima di… ma se siamo in uno stato dove si afferma che per
andare in pensione ci vogliono massimo 67 anni di età, perché all’età di, per
esempio, di 50/60 e a volte anche di 25 non si è più idonei, per quel
determinato lavoro? In questo periodo si parla tanto di riforme, speriamo solo
che possano essere riviste quelle lavorative, altrimenti già siamo in crisi,
poi diventeremo proprio l’africa. Speriamo di poter essere capiti con il
presente scritto, poi ai posteri l’ardua sentenza.
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